La Cgil pronta allo sciopero «Cancellare la norma sull’art. 18

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 L’articolo 8 della manovra, quello che contiene il «superamento» dell’articolo 18, suscita le reazioni della Cgil, che annuncia battaglia, e ugualmente si dicono contrari il Pd e l’Italia dei Valori. Contro la norma ideata dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi, e infilata all’ultimo momento proprio prendendo a pretesto l’urgenza della crisi, l’organizzazione guidata da Susanna Camusso sta mettendo in campo una serie di mobilitazioni, fino ad arrivare allo sciopero generale. «Chiederemo ai gruppi parlamentari di cancellare tutte le norme sul lavoro contenute nel decreto – annunciano dallo staff della segretaria – Tutto il pacchetto sul lavoro va eliminato, perché è chiaro che il ministro Sacconi ha in mente di cancellare l’articolo 18».

Camusso, ha cancellato le ferie di metà  agosto e da martedì è impegnata con un gruppo di lavoro nella sede di Corso Italia a Roma. «Quanto all’ipotesi di uno Statuto dei lavoratori derogabile, la Cgil di certo non aveva bisogno dell’ufficio studi del Senato per sapere che Sacconi ha in mente di cancellare l’articolo 18. Lo abbiamo denunciato immediatamente», dicono al sindacato. Il riferimento è alla bozza dell’ufficio studi del Senato che commentando l’articolo 8 che potenzia l’efficacia dei contratti aziendali, anche in deroga a leggi e contratto nazionale, rileva l’implicito effetto di derogare anche allo Statuto dei Lavoratori. Effetto che non esclude (se non per i casi di discriminazione e prossimità  al matrimonio per le donne) la possibilità  di derogare all’articolo 18. «Si è usata – commenta ancora la Cgil – la misteriosa lettera della Bce per replicare lo schema di divisione del fronte sindacale».
Il 24 agosto si terrà  un presidio Cgil davanti al Senato, dove Camusso terrà  una conferenza stampa. Il 23 agosto, il giorno prima, si terrà  in Cgil una riunione dei segretari generali di categorie e territori: in quella occasione verrà  probabilmente fissata la data dello sciopero generale.
Il Pd, già  con Stefano Fassina e Cesare Damiano, aveva annunciato la sua contrarietà  al provvedimento di Sacconi, e ora si profila la presentazione di un emendamento abrogativo. Ieri Giorgio Merlo ha aggiunto che «l’abrogazione dell’articolo18 contenuta nella manovra segna una rottura netta tra ciò che pensa il centro destra sulle relazioni industriali e la tutela dei lavoratori e la cultura politica che ispirò i fondatori dello Statuto dei lavoratori, documento fondativo del pensiero democratico e riformista del nostro Paese. Si segna la rottura definitiva tra il pensiero e l’azione di uomini come Carlo Donat-Cattin e l’attuale ministro Sacconi».
«Osceno pensare di cancellare l’articolo 18 – ha detto Maurizio Zipponi, responsabile lavoro dell’Idv – «Basta con tutti quei contratti e contrattini che frammentano le condizioni di lavoro. Si può semplificare tutto con solo quattro piattaforme: pubblico impiego, servizi, industria e artigianato. Il resto lo demandiamo al territorio, ma dopo aver stabilito quali sono i diritti inalienabili per ognuno. Nemmeno in America esiste un far west così tant’è vero che, malgrado il mercato del lavoro sia flessibile, Obama ha esercitato un potere di indirizzo e ha detto alla Fiat: io ti presto i soldi, ma tu devi tutelare i diritti».


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