by Sergio Segio | 6 Agosto 2011 7:13
MOSCA – Si è battuta fino all’ultimo a modo suo. Ha urlato indignata: «Vergogna! Fascisti!». Poi ha dato un’aggiustata alla mitica treccia bionda e ha salutato la folla dei suoi adoranti sostenitori che da otto mesi la seguono ovunque con oscuri presentimenti. Yiulia Tymoshenko, la protagonista della rivoluzione arancione ucraina del 2004, è adesso unica voce di opposizione del governo filo russo, è stata arrestata ieri pomeriggio in un’aula del tribunale Perchesky nel cuore di Kiev.
La folla di militanti del partito Batkivscina (Patria) ha cercato in tutti i modi di ostacolare la polizia. Prima a pugni e spintoni, poi con un tentativo disperato di bloccare il cellulare con una catena umana. Ci sono voluti più di cento agenti armati di scudo e manganelli per farsi largo tra la folla inferocita che poi ha bloccato per ore la centralissima via Kreshathik tra urla e proteste. E non finisce qui. Lunedì, quando riprenderà il processo ci sarà una grande manifestazione “non autorizzata” proprio nella sconfinata piazza Maidan che fu il teatro dei giorni gloriosi del 2004 e della breve svolta filo occidentale dell’Ucraina. Gli oppositori annunciano lotta dura. La polizia si prepara per tempo e già Kiev si riempie di blindati e di agenti in pattuglia costante.
Yiulia Tymoshenko è accusata in un controverso processo, di aver stipulato quando era premier, un accordo altamente sfavorevole all’Ucraina sul prezzo di acquisto del gas dalla Russia. L’imputazione formale è di “abuso d’ufficio” e non prevede l’arresto prima della sentenza. Ma sin dall’inizio del procedimento la Tymoshenko ha ingaggiato un duello quasi personale con il procuratore Liliya Frolova che ne ha chiesto a più riprese la detenzione. Ieri, dopo tanti rifiuti la corte ha deciso di accettare la richiesta con la motivazione di «un comportamento dell’imputata che viola i regolamenti e ostacola la ricerca della verità ». Non a caso insulti e minacce dei sostenitori della Tigre bionda, come la chiamano a Kiev, sono in gran parte rivolti alla signora Frolova, austera magistrato vista come l’incarnazione del nuovo governo e della sua ambizione di fare piazza pulita di ogni traccia di opposizione. In aula la Tymoshenko ci ha messo del suo, intervenendo spesso polemicamente. Ieri ha teatralmente chiesto un interprete quando il premier in carica è venuto in aula a deporre contro di lei parlando in russo. Ma prevedeva tutto. In un’intervista a Repubblica del dicembre scorso aveva detto: «Vogliono arrestarmi, è evidente che il mio partito è una spina nel fianco per loro. Ma carcere o non carcere continueremo a farci sentire».
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