Italia, servono miliardi? Risparmiamo sugli armamenti

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Ne ricordiamo, come facciamo da tempo, una che basterebbe da sola: annullare il programma pluriennale di spesa militare da 16 miliardi di euro per l’acquisizione di centotrentuno cacciabombardieri F-35.

Aerei da attacco ‘stealth’ (invisibili ai radar) di ultimissima generazione, giudicati uno sfizio tecnologico strategicamente inutile da molti esperti militari. Non certo dalle aziende cui il folle progetto garantisce succulente commesse: Alenia aeronautica, Datamat, Galileo Avionica, Selex Communication, Sirio Panel, Oto Melara (tutte di Finmeccanica), Gemelli, Logic, Mecaer, Moog, Oma, Avio, Piaggio, Aerea, Secondo Mona, Sicamb, S3Log.

I critici potrebbero obiettare che l’annullamento del programma renderebbe subito disponibili ‘solo’ 3,6 miliardi di euro (lo stanziamento previsto da qui al 2013), non tutti e 16. Vero. Ma quello che qui ci interessa sottolineare è l’aspetto simbolico di quella cifra enorme, di fatto già  data per spesa, e la concreta possibilità  di operare scelte diverse: profondamente politiche, non meramente contabili.

Altri dolorosi tagli alle spese sociali potrebbero essere evitati anche scegliendo di bloccare le spese – già  previste per il 2011 – per l’acquisto di centosedici elicotteri da assalto Nh-90 (310 milioni), di due nuovi sommergibili U-212 (164 milioni) e di sedici elicotteri da trasporto truppe Ch-47 (137 milioni) e di porre fine alle missioni di guerra in Afghanistan (800 milioni all’anno) e in Libia (centinaia di milioni in pochi mesi).

 


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