Italia in crisi, il Tesoro corre ai ripari e convoca il Comitato per la stabilità 

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MILANO – «Le banche italiane sono le principali vittime di ciò che sta accadendo sui mercati: hanno ricapitalizzato più delle altre, sono poco esposte sui paesi periferici, hanno bassa leva e bassa redditività . Ma sono le più colpite dalle vendite». Non è facile trovare spiegazioni plausibili tra gli analisti e gli operatori londinesi su ciò che sta succedendo sui mercati finanziari. E proprio per questo, probabilmente questo pomeriggio, si riunirà  il Comitato per la stabilità  finanziaria, coordinato dal ministero dell’Economia alla presenza di Banca d’Italia, Consob e Isvap. La situazione è grave, secondo gli esperti del Tesoro, ma comune a tutta Europa se è vero che le vendite di questi giorni hanno colpito anche i Bonos spagnoli e gli Oat francesi. Vendite prontamente assorbite dal sistema bancario. Forse Tremonti & C. vorrà  dare un segnale alla Bce, chiamata a dare liquidità  ai mercati piuttosto che seguire il pericolo dell’inflazione come faceva la Bundesbank.
Ma i mercati sono nervosissimi. È bastato un dato negativo sull’indice manifatturiero Usa per far tornare d’un colpo l’incubo della recessione. Gli hedge fund si sono accaniti sul Btp italiano e sui titoli delle banche, come al solito in questo periodo. Sul mercato solo venditori, di compratori neanche l’ombra. «Bisogna tener presente che in questi giorni sul mercato del Btp i volumi sono molto bassi e basta poco per spostare anche di molto i prezzi», dice il banchiere di una banca d’affari. E così è stato intorno alle 15,45 quando il differenziale di tasso tra Btp e Bund è tornato ad ampliarsi arrivando a toccare, prima della chiusura, i 355 punti, livello record dall’ingresso dell’Italia nell’euro. «Il vero spread è almeno 100 punti più basso, se solo si guardasse ai fondamentali dell’Italia – prosegue il banchiere – il resto è “short”, vendite allo scoperto in un mercato poco liquido».
Tuttavia è un dato di fatto che il mercato in questi giorni convulsi bada poco ai fondamentali e semmai guarda alla crisi di credibilità  di cui sta soffrendo l’Italia. La situazione è peggiorata quando sui giornali italiani è apparsa l’inchiesta su Marco Milanese, l’ex braccio destro del ministro Tremonti, che ha finito per indebolire l’unico esponente del governo che godeva di un certo credito all’estero. E c’è chi comincia a pensare che la speculazione sia in realtà  salutare se riesce a forzare la politica a fare ciò che bisognerebbe fare. Già , ma che cosa? Anche nel mondo finanza non ci sono idee chiare: chi propende per un governo Monti ma solo se avesse “le spalle larghe”, chi indica la strada delle elezioni sul modello Spagna-Zapatero. Ma nessuno sa dire se ciò può bastare a invertire la tendenza in atto. In questo momento fanno premio i valori assoluti, piuttosto che le percentuali. E l’Italia, come è noto, ha il terzo debito più grande del mondo, dopo America e Giappone.
Qualcuno arriva a dire che l’unico in grado di raddrizzare la baracca sarebbe Mario Draghi, ma purtroppo se ne va a guidare la Bce. Fatto sta che in assenza di una svolta si vive in trincea. Le banche sono obbligate, con le buone o spinte dal Tesoro, a sottoscrivere il debito italiano in scadenza. Per conto proprio o degli italiani che ora sono in vacanza ma che hanno sempre confermato la propria fiducia nello Stato italiano. Le stesse banche dopo le ricapitalizzazioni potrebbero andare a coprire quasi interamente la quota di titoli di Stato oggi ancora in mano a istituzioni straniere. Le banche francesi, poi, non possono disimpegnarsi dall’Italia in quanto è il loro secondo Paese di riferimento per attività . Ma l’agguato può essere dietro l’angolo. Basta un dato negativo e d’un colpo gli hedge fund potrebbero portare lo spread alle stelle, mettendo il governo italiano con le spalle al muro. Intanto, i valori di Borsa sono scesi a livelli minimi e aprono varchi prima impensabili per chi volesse introdursi sul pur solido sistema italiano. Con un anno di cash flow il colosso anglo-cinese Hsbc potrebbe papparsi l’Unicredit, la più internazionale delle banche italiane. Le Generali, storico cane da guardia del sistema, vale ormai meno di 20 miliardi di euro. Domani cominceranno a uscire i dati semestrali delle banche da cui potrebbero emergere segnali di rallentamento. Mentre per le assicurazioni la contabilizzazione delle perdite su Bot e Btp potrebbe andare a intaccare i coefficienti di solvibilità . Dunque se già  oggi i mercati non daranno un segnale positivo sul Btp, dopo il voto Usa sul tetto al debito, la situazione diventerà  ancora più critica.


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