Il Malawi senz’acqua

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I bagni della clinica poliambulatoriale di Bangwe, a due passi da Blantyre, sono di nuovo senza acqua quindi non funzionanti. Se i pazienti hanno bisogno devono recarsi nella vicina scuola dove sono presenti latrine a secco. Niente di nuovo, ha detto un’infermiera contattata da Ips. La clinica – a cui si rivolgono ogni giorno circa 100 persone – va avanti così dai primi di agosto, con i bagni chiusi per mancanza di acqua, tanto che alle infermiere, per dissetare i pazienti e per le medicazioni, non resta altro che tirarla su a secchi dal pozzo della vicina moschea e portarli fino al centro sanitario.
Nella grande città  di Blantyre le cose non vanno meglio. Colpita dai blackout di energia, che si verificano con sempre più frequenza nella centrale a 50 km dal centro per colpa di un sistema ormai al collasso che non viene revisionato da 40 anni, il Consiglio municipale per l’acqua sta faticosamente lottando per garantirne la distribuzione a una popolazione che, secondo l’Ufficio nazionale di statistica è passata dalle 113.000 unità  del 1996 alle 670.000 del 2008 .
Nel Blantyre Adventist Hospital, uno dei nosocomi privati più importanti del paese, l’acqua arriva sempre meno e da metà  agosto non arrivata affatto. Il suo amministratore, Kirby Kranija, ha denunciato alla stampa locale che il centro di salute ha dovuto bloccare le attività  per motivi igienico-sanitari. Per mantenere in funzione almeno alcune sale operatorie e per il parto, l’amministrazione sta spendendo circa 400 dollari al giorno per l’acquisto di acqua in serbatoi, un costo che l’ospedale non può continuare a sostenere e ha chiesto aiuto al Comune. Dal Municipio di Blantyre però, Innocet Mbvundula portavoce del Consiglio per l’acqua nega che all’ospedale non ne arrivi, perché è considerata una struttura con priorità  assoluta e perciò non ha mai subito interruzioni nella distribuzione di acqua. Probabilmente, ha dichiarato Mbvundula a Ips, le difficoltà  dipendono da guasti tecnici interni al nosocomio ma che comunque il Consiglio sta cercando soluzioni ai problemi legati all’approvvigionamento di acqua. Tra cui l’accelerazione del progetto, valore 5 milioni di dollari, per il rinnovo completo dell’infrastruttura che, entro il 2013, dovrebbe far passare la distribuzione da 78 mila a 96 metri cubi.
Certo che per prevenire malattie c’è sempre bisogno di acqua, le interruzioni possono essere molto pericolose perché un ambiente non igienico è terreno fertile per le infezioni. Non nasconde quindi le sue preoccupazioni Maziko Matemba, direttore di una ogn locale e responsabile del «Programma educativo per la salute e i diritti» secondo il quale la carenza di acqua e i continui taglia nella distribuzione avrà  conseguenze di vasta portata sulla popolazione, rischiando anche una crisi sanitaria. Gli ospedali devono avere la priorità  e Matemba consiglia al Municipio il lancio di programmi informativi per un uso adeguato dell’acqua nelle strutture sanitarie, in casa e nei luoghi pubblici, per ridurre il carico sulla rete di distribuzione.
Intanto però gli abitanti e le strutture pubbliche dovranno trovare forme alternative. Solo che nella clinica di Bangwe non c’è molto di più che il personale possa fare, una volta finita l’acqua nel pozzo della moschea. Mentre anche a Blantyre si allungano le file di persona nei pochi punti di distribuzione dell’acqua e tanti sono tornati a lavarsi o fare il bucato lungo improbabili ruscelli.


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