Il «sistema Sesto» dalle lire agli euro Versamenti fino al 2007

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MILANO— «Big Bruno» s’è messo in tasca sei milioni di lire. «Antonella» soltanto uno. Chi siano i due fortunati signori ancora non si sa. E poi ci sono le ricevute intestate a quella che assomiglia a una solida coppia in affari, «V/P» , che dall’imprenditore di Sesto San Giovanni Piero Di Caterina — gola profonda che con le sue dichiarazioni ai magistrati ha scardinato il «sistema Sesto» , affari, mazzette e politica— avrebbe beneficiato a più riprese di versamenti di venticinque e trentasei milioni di lire. Ricevute, stampate di calcolatrice, foglietti scritti a mano, cedolini che sanno tanto di lotteria di paese o pesca di beneficenza, ma sui quali sono stati annotati con cura maniacale nomignoli e cifre. In poche parole la contabilità â€” semplifica chi sta facendo le indagini — di quei «prestiti in cambio di favori» forse finiti nelle tasche di amministratori locali e di «qualche politico più in alto» .
C’è anche questo nel tesoro di documenti usciti dalla cassaforte del titolare della «Caronte» , la società  sestese che opera nel trasporto pubblico e ora accostata a un giro di tangenti che sarebbero state pagate all’amministrazione di sinistra per operazioni sulle ex aree Falck e Marelli e per l’interessata gestione del Sitam, il Sistema integrato tariffario area milanese. In particolare, nelle mani della guardia di finanza che studia i documenti per i magistrati di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia, oltre al foglio formato A4 in cui è annotata una maxi tangente da un miliardo di lire ci sarebbero una trentina di «ricevute» con cifre che variano dai 2.500 euro ai 7.500. Sì, euro e non più le vecchie lire. Perché lo scambio favori-soldi, sta scritto nelle carte dell’inchiesta che vede indagati tra gli altri anche Filippo Penati e il suo braccio destro Giordano Vimercati, il costruttore Giuseppe Pasini, l’architetto Marco Magni, l’immobiliarista Luigi Zunino e il suo «socio» Giuseppe Grossi, il re delle bonifiche, sarebbe ben documentato almeno fino all’inizio del 2007. È del 31 gennaio di quell’anno, infatti, la ricevuta che porta la scritta «Giulia per DG» . E risale al 2006, per l’esattezza al 18 gennaio, un altro cedolino caratterizzato dalla parola «presidente» seguita da una sfilza di versamenti di cinque mila alla volta per un totale di 45 mila euro. Il primo di questi porta la data del 17 febbraio 2005 e l’ultimo, appunto, quella del 18 gennaio dell’anno successivo.
Chi si nasconde dietro la parola «presidente» ? La guardia di finanza «scava» . E Di Caterina? Si stampa in faccia un sorrisino strano. «Quello che dovevo dire — ha ribadito l’imprenditore di Sesto— l’ho detto ai magistrati. Aspettiamo… Certo, leggere certe dichiarazioni sui giornali come quella fatta da Giorgio Oldrini (attualmente sindaco di Sesto San Giovanni, ndr) fa molta rabbia… Dice di non sapere niente, eh… Vedremo, vedremo…» .


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