Il governo butta soldi (e li regala alle ecomafie)

by Sergio Segio | 18 Agosto 2011 6:48

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Non che fosse lo strumento risolutivo per combattere le ecomafie, ma era pur sempre un importante passo in avanti. Dopo mesi di false partenze, di stop and go legati spesso a problemi tecnici, il Sistri – Sistema informatico per la tracciabilità  dei rifiuti – era pronto al debutto previsto per il primo settembre, per poi entrare a regime entro la fine dell’anno. Un sistema che avrebbe permesso di seguire il percorso dei rifiuti speciali, che rappresentano l’80% del totale, dal luogo di produzione fino a quello di smaltimento.
E invece no. La manovra economica taglia anche il Sistri, sacrificandolo sull’altare di un presunto risparmio che, però, in questo caso nessuno sa capire in cosa consisterebbe. Anzi, la sua sparizione significherebbe anche perdita di una montagna di denaro pubblico, visto che mettere a punto il sistema è costato al bilancio dello Stato centinaia di milioni di euro. Soldi che adesso rischiano di essere stati spesi per niente. «E’ un regalo alle ecomafie», ha detto il ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo subito dopo la presentazione della manovra, allarme che trova d’accordo anche il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso. «A parole sosteniamo di voler risolvere il problema dei rifiuti che vede mezza Italia in emergenza – ha proseguito il ministro – ma poi facciamo i regali alla criminalità  organizzata».
Pensato dal governo Prodi e poi messo a punto dall’attuale esecutivo, il Sistri prevede la possibilità  si seguire il percorso dei rifiuti attraverso scatole nere da montare sui Tir, un sistema di telecamere nei depositi di smaltimento e registrando percorso, quantità  e tipologia dei rifiuti su pennette Usb. Due le sale di controllo, una presso Selex, la società  di Finmecanica che ha realizzato il progetto, e l’altra presso i carabinieri dei Noe, dove sarebbe arrivato il flusso di informazioni da tutta Italia permettendo di individuare eventuali movimenti sospetti. «In questo modo tutti gli attori del ciclo dei rifiuti sarebbero stati controllati e registrati», spiega Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente per il quale «questo è un governo schizofrenico: prima organizza tutto questo sistema, fa fronte a due anni di polemiche anche violente e poi non ne fa niente». Mistero anche sul presunto risparmio che dovrebbe derivare dalla soppressione del Sistri. «Chi lo sa? – si chiede Ciafani -. Forse qualche funzionario nella varie Camere di commercio ma non c’è nessun risparmio sostanziale».
Senza tener conto che l’imminente via libera al nuovo sistema ha già  portato all’abbandono di quello vecchio, fatto di registri e bolle di accompagnamento. «Oggi si rischia di non sapere più dove vanno a finire i rifiuti», denuncia Tommaso Sodano, assessore all’Ambiente e vicesindaco di Napoli. «Per quanto imperfetto e vulnerabile – prosegue Sodano – il Sistri è uno strumento importante che permette di sapere in tempo reale dive si trovano i rifiuti. Abolirlo oggi, con la manovra finanziaria, non si capisce a che serve, se non a fare una regalo alle ecomafie».
Lunedì la manovra comincerà  il suo iter a palazzo Madama. E già  si promette battaglia. Anche perché le aziende interessate hanno sborsato 90 milioni di euro per dotarsi della strumentazione necessaria. «Quei soldi dovranno essere restituiti», spiega Simonetta Rubinato (Pd). Oppure fare marcia indietro e ripristinare il Sistri. «Altrimenti – prosegue la parlamentare – le ecomafie potranno proseguire i loro traffici illeciti che che nel 20110 hanno prodotto 19,3 miliardi di euro».

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