Il giallo dell’Ici sulla prima casa

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ROMA – C’è il rischio che anche l’esenzione dell’Ici per la prima casa, varata dal governo Berlusconi appena insediato e vero e proprio cavallo di battaglia del centrodestra, cada sotto la scure della «clausola di salvaguardia» della manovra da 48 miliardi. Mentre migliora il fabbisogno nei primi sette mesi dell’anno.
La cruciale agevolazione, che insieme alla cedolare secca sugli affitti è stata il perno della politica fiscale sulla casa a favore dei proprietari più abbienti, è stata infatti inserita dai tecnici della commissione ministeriale guidata da Vieri Ceriani tra i bonus «tagliabili». L’esenzione Ici non figura nell’«allegato C» alla manovra, che contiene tutte le detrazioni e deduzioni passibili di tagli lineari del 20 per cento nel biennio 2013-2014, ma il lavoro dei tecnici, ancora in corso, l’ha inserita nel gruppo dei bonus nel mirino da valore complessivo di 48,7 miliardi.
La partita della «clausola di salvaguardia» rischia di essere una mina nella gestione dei conti pubblici del governo. Il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2014 prevede la nota manovra da 48 miliardi: di questi 20 sono affidati a «provvedimenti legislativi fiscali e assistenziali» che riguarderanno assegni e pensioni erogate dall’Inps e le sovrapposizioni con il fisco. Se questi provvedimenti non saranno varati entro il 30 settembre del 2013 scatterà  la tagliola che prevede tagli «lineari» alle centinaia di agevolazioni contenute nell’«allegato C» alla manovra. L’effetto sarà  il ritorno dell’Irpef sulla prima casa, la riduzione dei bonus «gemelli» ristrutturazione ed ecologici, gli sconti fiscali per i mutui e l’aumento al 25 per cento della cedolare secca sugli affitti (oggi al 21%).
Dal lavoro dei tecnici, che torneranno a riunirsi domani, emergono alcune rassicurazioni: un pacchetto di 72,4 miliardi di agevolazioni – dalle cruciali detrazioni per lavoro dipendente, ai contributi, ai carichi familiari – è ritenuto intoccabile per motivi costituzionali. Sono invece in bilico 43,5 miliardi di agevolazioni a partire dall’Iva al 10 per cento o al 4 per cento per innumerevoli varietà  merceologiche.
Migliora intanto l’andamento dei conti pubblici, sui quali continua a pesare tuttavia la variabile del costo degli interessi (3,6 miliardi già  da quest’anno con spread medio a 250 pb). Nei primi sette mesi dell’anno il fabbisogno è stato di circa 39,6 miliardi, inferiore di circa 5 miliardi a quello dello stesso periodo del 2010 che fu di 44,6 miliardi. Il ministero dell’Economia sottolinea come il miglioramento è già  superiore a quello previsto per l’intero 2011. Pesa comunque il salvataggio della Grecia: al netto dell’erogazione per il sostegno finanziario di Atene, che nei primi sette mesi del 2011 è stato di circa 5 miliardi contro i circa 3 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso, il miglioramento del fabbisogno è pari a circa 7 miliardi. «Da attribuirsi – sottolinea il Tesoro – al buon andamento delle entrate fiscali e all’efficacia delle misure di contenimento della spesa». Anche luglio c’è stato un avanzo di circa 4 miliardi, migliore rispetto al saldo positivo di luglio dell’anno scorso, pari a 2,5 miliardi.


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