I paletti dei sindacati: il governo non tocchi il mondo del lavoro
ROMA — Imposte straordinarie sui «grandi immobili» e le «ricchezze» con un’aliquota aggiuntiva dell’1%, tassazione al 20% delle rendite finanziarie (escluse quelle sui titoli del debito pubblico, per ovvie ragioni), piano strutturale di lotta all’evasione fiscale e aumento della tassa di successione. In attesa che il governo «scopra le carte sulle richieste della Bce» e sui provvedimenti per arrivare al pareggio di bilancio nel 2013, la Cgil ribadisce la sua contrarietà alla legge di stabilità dei conti e mette sul tavolo la sua «contromanovra». Anche il leader della Uil, Luigi Angeletti, lancia le sue proposte: «Il primo a risparmiare deve essere lo Stato: costi della politica, liberalizzazioni, vendita del patrimonio». Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, propone di pescare risorse nei «domini» della politica, non chiudendo anche ad una patrimoniale, senza toccare la prima casa. Nessuna indicazione da Confindustria: bocche cucite fino a dopo l’incontro. Che sarà una verifica sulla tenuta del fronte delle parti sociali creatosi a fine luglio con la lettera per chiedere «discontinuità ». Oggi prima che con il governo, sindacati e aziende avranno un incontro di sintesi delle indicazioni che sono arrivate nei contatti informali.
Il ministro Sacconi ha smentito che ci siano provvedimenti sulle pensioni: «Allo stato non c’è nulla a questo proposito». Ma dai sindacati arrivano altri paletti, in particolare per quanto riguarda il lavoro. Nessun intervento sull’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, ma anche molti dubbi sulla norma che estenderebbe erga omnes la contrattazione aziendale. Le indicazioni della Bce possono fare da sponda per riportare in agenda temi tabù, non soltanto lo statuto dei lavori. Angeletti non vuole sentire ragioni: «Se si vuole discutere di flessibilità non abbiamo remore ideologiche», ma i limiti che la Uil pone sono «quelli espressi nel documento già proposto al governo: il mercato del lavoro e le relazioni industriali devono trovare soluzione in un confronto tra le parti», non per legge. Più perentoria la Cgil: «Chiediamo a Sacconi che non si continui con caparbietà sulle divisioni — dice Vincenzo Scudiere, segretario confederale che parteciperà all’incontro assieme a Susanna Camusso —: significherebbe non voler lavorare a una soluzione».
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