I luoghi di Pasolini

by Sergio Segio | 21 Agosto 2011 6:15

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 MATERA .Tra le tante cose che hanno destato stupore nella visita, a distanza di 47 anni, di Enrique Irazoqui, l’attore spagnolo che interpretò il Nazareno nel «Vangelo secondo Matteo» di Pier Paolo Pasolini nel 1964, a Matera e nei suoi quartieri antichi dei Sassi che fecero da sfondo principale per il film, è stata la scoperta di molti centri culturali che hanno Pasolini come nume tutelare, e alla sua arte e al suo pensiero ispirano i loro progetti per il futuro. Perciò, a partire proprio dalla manifestazione «Matera per Pasolini» fatta di mostre, cittadinanza onoraria per Irazoqui, e dibattito, oltre che dagli incontri nei vari luoghi lucani e pugliesi in cui operano i gruppi pasoliniani che hanno interloquito con la manifestazione materana, siamo andati a sentire alcuni di questi giovani (e non) sul senso di questa ricerca e sul perché il poeta e regista friulano mantiene intatta la sua popolarità .

È stato per primo Enrique Irazoqui a valorizzare in modo forte questo fenomeno: «Pier Paolo era una persona squisita in tutto: quando girava, quando scriveva, quando polemizzava. E che molti giovani abbiano deciso di mettere in piedi associazioni che si richiamano a lui, è semplicemente bellissimo». Angela Felice, direttore del Centro Studi Pasolini di Casarsa, mette in guardia sulla santificazione di Pasolini, e quindi dal pericolo che si dimentichi la sua lezione: «La domanda che dobbiamo porci è proprio: come mai questo ritorno a Pasolini? E la nostra risposta sta nella capacità  di rapportarsi a lui rispettandone il carattere scomodo. Il rischio che se ne faccia un santino è forte. Invece il problema è come non perdere la sua forza provocatoria, scandalosa, propulsiva».
Guardare il passato
Partiamo proprio da Matera, dove Vincenzo ha da poco messo in piedi l’Associazione Pasolini. «Tanti giovani guardano al passato perché nel presente c’è poco da cercare. Pasolini rappresenta un’opposizione all’asservimento attuale degli intellettuali che parlano attraverso la televisione. Per alcuni di noi è senz’altro simbolo di lotta per la libertà  di pensiero». Anna è una giovane componente del circolo «Sisma» di Barile, a nord della Basilicata, dove Pasolini girò alcune scene del film. Il regista è non solo punto di riferimento ma dà  il nome alle loro molteplici iniziative: «Secondo me i giovani avvertono un’alienazione terribile dal proprio tempo storico, e Pasolini è l’unica figura che ha preannunciato quello che sarebbe accaduto. Persino in Basilicata, nei luoghi dove si è soffermato a girare il suo film, ha colto cose in anticipo. È un po’ come se ci fosse una voglia di ritornare a discutere di civiltà  passate, più vicine alle cose e alle persone. Da questo punto di vista Pasolini è sicuramente un faro in mare aperto».
A Massafra (Taranto), una delle locations usate dal regista per il suo film, hanno messo in piedi una bella manifestazione di revival di quei giorni del 1964, con un dibattito con Irazoqui e Domenico Notarangelo, altro attore del film oltre che factotum delle manifestazioni odierne. Vincenzo Madaro è stato insieme ad altri fondatore del circolo «Il serraglio» che ha un bellissimo progetto legato a Pasolini dal nome significativo di «Il viaggiatore incantato». «Il nostro impegno civile, che ha l’arte come mezzo, ha scelto sempre Pasolini come guida, e non solo per i suoi trascorsi a Massafra. Ha la capacità , anche in una semplice intervista dove magari ci sono cose che non condividi, di darti un metodo per capire efficacemente la realtà . Credo che questa rinascita di interesse per lui da parte di tanti giovani abbia nel web un luogo fondamentale. Decisamente Pasolini riempie un vuoto e si cerca spesso in lui una verità . Insomma si guarda indietro alle sue cose per poter tornare a guardare avanti».
Attuale e inattuale
A Gioia del Colle (Bari), altra location di Pasolini, Paolo ha organizzato un incontro molto bello nel castello. «Credo che questa sorta di revival giovanile per Pasolini sia legato al desiderio di giustizia che ancora attraversa la democrazia italiana, una necessità  di recuperare quella sana radicalità  sociale e culturale che è un formidabile antidoto al pragmatismo senza principi che prevale nella nostra società ». Nicola è un insegnante di Ruvo di Puglia dove organizza spesso con amici e studenti incontri in cui Pasolini è sempre presente. «Quello che attira in lui, secondo me, è l’ancestralità  che si fa storia. È come se la modernità  fosse impazzita e ci avesse distaccato da noi, dal nostro senso più profondo. Questa contraddizione tra l’attuale e l’inattuale in Pasolini è l’elemento che caratterizza tanti gruppi che stanno nascendo intorno alla sua arte e alle sue idee». Domenico ha organizzato gli incontri con Irazoqui su Pasolini a Giovinazzo e Molfetta. «Sin dal 2004 organizziamo spettacoli pasoliniani che adesso riprendiamo con la collaborazione di Irazoqui. Del resto Il Vangelo è e sarà  l’occasione per riparlare di cosa sta accadendo nel Mediterraneo; non si dimentichi che da quel film iniziò il suo interesse per il Terzo Mondo. Penso che la spinta verso di lui di tanti giovani sia nelle contraddizioni che si sono acuite. E poi nella sua mancanza di schematismi pur essendo ideologicamente schierato». A Foggia c’è l’Associazione Culturale Internazionale P. P. Pasolini. Ne è animatore il musicista e saggista (ha da poco dato alle stampe un vastissimo e interessante studio su Pasolini e la musica) Giuseppe Magaletta che mette il dito nelle difficoltà : «Vogliamo esportare la cultura di Pasolini, la sua ricchezza, le sue contraddizioni, i suoi intrecci tra arti diverse. Ci proviamo e, ti dirò, il fatto che le istituzioni siano così sorde alle nostre iniziative, ci dà  sempre di più la misura della grandezza di Pier Paolo».

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