by Sergio Segio | 19 Agosto 2011 6:34
Una risorsa didattica in appoggio all’insegnamento tradizionale, ma che al contempo aiuta a combattere la cronica denutrizione infantile che affligge questo piccolo paese centroamericano con 14 milioni di abitanti. Ravanelli, bietole, cipolle, spinaci, patate, melanzane, pomodori e broccoli: i bambini stanno imparando a seminarli, a coltivarli, e qualcuno di loro sta esportando quanto imparato a scuola anche in famiglia, utilizzando piccoli appezzamenti di terra adiacenti alle case.
Secondo l’Unicef, il Guatemala è il paese latinoamericano che più di altri soffre di denutrizione cronica, di cui è vittima il 49,3% dei bambini e delle bambine minori di 5 anni. A Totonicapà¡n, dove il progetto per la realizzazione di orti scolastici ha avuto inizio, la situazione è ancora più grave, oltre il 74% dei bambini soffre di denutrizione e quasi il 33% in forma grave, secondo una inchiesta nazionale sulla salute materno-infantile che ha raccolto dati dal 2008 al 2009.
Le conseguenze della fame e di una alimentazione insufficiente si evidenziano soprattutto a scuola, riflettendosi nella mancanza di attenzione e nel basso rendimento scolastico. Per questo il direttore della scuola media inferiore di San Cristobal Totonicapà¡n, Benjamin Taz, ai microfoni di Tierramerica si è detto particolarmente contento dei risultati ottenuti in questo primo anno di lavoro, perché molti bambini con relative famiglie si sono recati a scuola per chiedere sementi da coltivare anche nei giardini casalinghi.
Nei primi giorni del luglio scorso i 211 alunni della scuola hanno fatto la loro prima raccolta di bietole, usate in insalate o ripassate in padella, e di spinaci trasformati in gradevoli zuppe. L’obiettivo è però un po’ più ambizioso: oltre a produrre per la mensa scolastica sperano di poter vendere gli ortaggi in eccedenza per comprare ancora più semi e far sviluppare il progetto.
Straordinari gli insegnanti di questa scuola i quali (coadiuvati da tecnici inviati dal ministero dell’istruzione) stanno miscelando programmi didattici che, insieme a come si cura un orto, insegnano la matematica, la geografia e valori come la cooperazione, il rispetto e la disciplina. Alle elementari gli orti vengono suddivisi in figure geometriche, alle medie si lavora «sul campo» alla risoluzione del «Problema del tre» e a tutti si insegnano le proprietà nutritive degli ortaggi che coltivano.
L’iniziativa, appoggiata in parte dalla Fao attraverso il suo Programma speciale di sicurezza alimentare (Pesa) in parte da istituzioni locali (Ministeri dell’istruzione e della salute), vuole far sì che sempre più famiglie abbiano a disposizione il cibo necessario ad una corretta alimentazione, e che siano loro stesse a coltivarlo. Le istituzioni locali forniscono attrezzi da lavoro, concimi e serbatoi per la raccolta dell’acqua piovana e la scelta degli ortaggi è fatta in base ai valori nutritivi.
Fin qui tutto bene. Il Ministero dell’istruzione guatemalteco – la cui aspirazione sarebbe quella di migliorare la situazione alimentare e nutrizionale non solo degli alunni ma di intere comunità – ha lanciato il progetto su più vasta scala, progettando la creazione di almeno 7000 grandi orti scolastici nelle aree più a rischio del paese. Solo che iter burocratici e questioni che riguardano la cooperazione tra autorità ne stanno rendendo difficile l’attuazione, al punto che il ministero ha chiesto e sta chiedendo appoggio ad altre istituzioni, non necessariamente pubbliche.
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