Governo, interventi sulle pensioni Il nodo dei tagli alle Regioni
ROMA — L’anticipo del pareggio di bilancio dal 2014 al 2013 si rivela un’impresa difficile. Non solo bisognerà trovare soldi «veri» più rapidamente del previsto, ma anche dal punto di vista della tecnica legislativa l’operazione è complicata. Non si tratta di infatti di anticipare al 2013 gli interventi del 2014, ma di spostare indietro di un anno quasi tutte le norme previste dal decreto dello scorso luglio per l’intero triennio 2011-2014. E di incastrarle con quelle stabilite dal decreto 78 del 2010, che impattavano sia sul 2011 che sul 2012. Ragion per cui, al momento, non sono previste né riunioni del Consiglio dei ministri né, tantomeno, provvedimenti da approvare. Anche se nel frattempo, con la triangolazione d’emergenza in corso tra governo e parti sociali, sta prendendo corpo per l’autunno un pacchetto di norme molto forti, che riguarderanno anche la previdenza e, forse, il Fisco.
Il lavoro tecnico per l’anticipo del pareggio è appena iniziato. Giulio Tremonti, Roberto Calderoli e gli altri ministri, per le materie di loro competenza, stanno passando in rassegna tutte le misure previste dall’ultima manovra per ricollocarle in un arco di tempo più breve. Ma è già emerso un problema serio, ad esempio, per gli enti locali. Sommando i tagli decisi nel 2010 con quelli varati quest’anno, per Regioni, Comuni e Province i sacrifici che dovrebbero fare nel 2012 rischiano di essere decisamente pesanti.
L’incastro, insomma, è difficile, e per risolvere il puzzle al governo serviranno almeno due settimane. L’ipotesi di varare immediatamente un decreto con le misure che possono essere già anticipate si scontra, poi, con il calendario parlamentare. Presentare un decreto oggi, alla vigilia della chiusura estiva di Camera e Senato, accorcerebbe di oltre un terzo i tempi d’esame e di discussione. Ma soprattutto, prima che l’intervento di legge prenda corpo, il governo dovrà aver trovato anche la quadratura dei conti, cioè le risorse necessarie per arrivare al pareggio.
Che la riforma dell’assistenza non possa da sola garantire i 20 miliardi che servono, ormai, è dato per assodato. E si fa sempre più strada l’ipotesi di un nuovo intervento parallelo sulla previdenza. A cominciare dall’abolizione, il blocco o la forte disincentivazione, delle pensioni di anzianità , passando per l’età pensionabile delle donne nel settore privato, e le pensioni di reversibilità a favore dei coniugi e dei figli superstiti. Un piano nel quale troverebbe spazio anche l’ulteriore anticipo, in questo caso dal 2013 al 2012, dell’agganciamento dell’età di pensione alle speranze di vita.
Qualche sondaggio informale con le parti sociali il governo lo ha già fatto. Convincendosi che i sindacati accetterebbero una nuova riforma delle pensioni solo a fronte di interventi drastici sui costi della politica e le strutture burocratiche dello Stato (il ministro Roberto Calderoli ci sta già lavorando), sul Fisco, con la tassazione delle rendite, l’aumento dell’Iva, e la tassazione dei grandi patrimoni. Misure difficili da digerire per un governo liberista, ma che in un pacchetto d’emergenza, se dovesse servire, potrebbero bilanciare i nuovi sacrifici sulle pensioni e l’assistenza.
Meno difficile è, invece, il lavoro per le modifiche della Costituzione. Le proposte di legge che il governo metterà in campo saranno due. La prima con la modifica dell’articolo 41 sulla libertà d’impresa e il nuovo articolo 81 per prevedere espressamente il vincolo del pareggio di bilancio. Esistono delle tracce dei testi di legge che dovrebbero essere approfonditi questa settimana nel corso di una riunione ristretta tra i ministri.
La seconda proposta di legge riguarda invece la riforma dell’assetto istituzionale dello Stato, con la riduzione del numero dei parlamentari, la trasformazione del Senato in organismo di rappresentanza federale. Per le due proposte di legge di modifica della Carta i tempi non saranno brevissimi, ma neanche troppo lunghi. I testi potrebbero infatti essere messi a punto nel mese di agosto e presentati alla riapertura delle Camere.
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