Gli americani vogliono più tasse per i ricchi, non tagli al welfare

by Sergio Segio | 2 Agosto 2011 6:13

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Nel melodramma che sta consumando Washington in questa calda estate, caratterizzato dallo spettacolo di quanto i Tea Party Repubblicani saranno in grado di estorcere per acconsentire a non far saltare in aria l’economia, i valori e le priorità  della maggior parte degli americani sono state le prime vittime. Questa realtà  guiderà  nuove ed indipendenti mobilitazioni civiche che sfideranno sia il fanatismo repubblicano che la cedevolezza democratica. Il dibattito sul tetto del debito è durato abbastanza perché la maggioranza degli americani iniziasse a prestare attenzione e a rendersi conto di come entrambi i partiti hanno divorziato dal senso comune. Con un’economia vacillante e 25 milioni di persone che necessitano di un lavoro a tempo pieno, la maggior parte degli americani vuole che Washington si concentri su come creare posti di lavoro e far funzionare l’economia, e non su come tagliare la spesa destinata al sempre maggior numero di bambini poveri mentre si tengono al riparo i paradisi fiscali per imilionari. Altrettanto inspiegabile è l’apparente desiderio del presidente di negoziare con una fazione legislativa desiderosa di tenere in ostaggio l’intera economia, e pronta a estorcere concessioni sottobanco che non avrebbe potuto ottenere in un normale processo legislativo. Negoziare con i terroristi fiscali li incoraggia soltanto. Qualunque siano i termini dell’accordo, sappiamo che saranno molto crudeli. Robert Greenstein, direttore emerito del Centro sul Budget e Priorità  Politiche, ha osservato che ogni piano sul tavolo oggi è ben peggiore di ogni altra cosa Jim DeMint, il senatore della destra più estrema, andava chiedendo l’anno scorso. I piani di compromesso che emergono tagliano all’incirca 1000 miliardi di dollari in 10 anni a programmi come scuole, acqua pulita, trasporti di massa, energie pulite e sanità  pubblica, con zero contributi dai benestanti e dalle multinazionali tramite l’aumento delle tasse o la chiusura delle scappatoie fiscali. Sorprendente come questi piani siano fuori sintonia con ciò che le persone chiedono in questi tempi difficili. La stragrande maggioranza degli americani vuole una sicurezza sociale e un servizio sanitario statale protetti, non tagliati. Un recente sondaggio di Washington Post— ABC News ha rilevato che quasi i tre quarti degli americani si oppone ai tagli nella Sanità . Per gli americani, le riforme più popolari per affrontare il deficit sono aumentare le tasse a chi guadagna più di 250.000 dollari (il 72%), agli operatori di hedge fund e alle compagnie petrolifere e del gas. E gli americani ora capiscono meglio chi rappresentano i repubblicani. Di fronte alla domanda «chi si cura di difendere gli interessi dei diversi gruppi» , gli americani hanno giudicato i repubblicani più attenti nei confronti delle istituzioni finanziare di Wall Street (59%contro il 26%) e le società  commerciali di grandi dimensioni (67-24), mentre hanno scelto Obama come quello che si cura di più di «te e della tua famiglia» (47-37), delle piccole imprese (48-39) e della classe media americana (53-35). Ma dopo aver firmato un cattivo accordo che prende di mira la sicurezza sociale e protegge i paradisi fiscali aziendali, i democratici e il presidente avranno più difficoltà  a convincere i lavoratori americani di essere dalla loro parte. Il malcontento serpeggia già  nella base di Obama. Lo stesso sondaggio Post-Abc News ha mostrato il calo del gradimento del presidente anche fra i liberal e gli afro-americani, i suoi sostenitori più fedeli. Solo il 31%dei democratici «liberal» ha espresso un forte sostegno per il lavoro di Obama, in forte calo rispetto al 53%dello scorso anno. Con l’indebolimento dell’economia, i salari stagnanti e le famiglie in difficoltà , questo accordo bipartisan alimenterà  soltanto rabbia pubblica. Gli americani non permetteranno che la sicurezza sociale, Medicare e Medicaid siano tagliati senza opporre una feroce battaglia. Vari gruppi si sono già  uniti per dare vita ad un Movimento American Dream (Sogno Americano), dedicato a sfidare la corruzione della nostra politica aziendale e lottando per la vasta classe media. Nelle ultime settimane hanno organizzato centinaia di manifestazioni presso gli Uffici del Congresso in tutto il Paese. Durante le vacanze d’agosto, i legislatori dopo il ritorno a casa non dovranno fronteggiare solo il caldo estivo. Il tea party ha catturato la rabbia populista nel 2010, ma rappresentava solo una piccola frazione della popolazione. Nel 2012 i legislatori di entrambi i partiti potrebbero confrontarsi con una rivolta populista che rappresenta la maggioranza degli americani

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