Germania spaccata sui salvataggi europei
Berlino – La Banca centrale europea sbaglia ad acquistare titoli sovrani dei paesi in difficoltà : è contro il suo mandato. La pesante bordata contro la Eurotower è venuta ieri dal capo dello Stato tedesco, Christian Wulff, e ha inquietato mercati e vertici politici dell’Europa intera. C’è voluta una dura precisazione del governo Merkel, secondo il cui portavoce Berlino «non commenta quanto la Bce fa, perché la sua indipendenza è vitale, anche per un euro forte», per rassicurare le Borse. Le quali, anche sull’onda di Wall Street, ieri sera hanno chiuso in rialzo: Milano +1,72, Londra +1,34, Parigi +1,79, e Francoforte addirittura con una crescita del 2,69, nonostante l’indice Ifo di fiducia degli investitori in Germania sia calato di 4,2 punti, la perdita più importante dal novembre 2008. L’esternazione del giovane presidente della Repubblica federale, Cdu (cristiano conservatore) come la Cancelliera, conferma le crescenti difficoltà di Angela Merkel sul fronte interno. «Questa sortita di Wulff è populismo allo stadio avanzato», ha subito scritto Spiegel online nel suo editoriale a caldo. Il presidente, parlando a una conferenza di premi Nobel dell’economia, ha detto che la Bce, acquistando titoli sovrani, va oltre il suo mandato. «Ciò alla lunga non può finir bene, e può al massimo essere solo temporaneamente tollerato, anche i custodi della moneta unica devono tornare ai principi concordati», egli ha sottolineato. I massicci acquisti di bond greci, irlandesi, portoghesi, spagnoli e italiani da parte della Bce (finora per circa 110 miliardi di euro) «sono discutibili dal punto di vista giuridico, dello statuto della Bce stessa», ha accusato Wulff. Ricordando che l’articolo 123 dei Trattati europei proibisce alla Eurotower l’acquisto diretto di titoli sovrani e che «questo divieto ha un senso solo se non viene aggirato con importanti acquisti sui mercati secondari». Indirettamente, Wulff ha criticato anche l’idea di eurobond: «Sul piano personale, insieme a chi prendereste un credito? Per chi offrireste garanzie personali? E’possibile per i propri figli, già per la parentela in generale diventa più difficile». Il governo Merkel ha subito preso le distanze. Ma contestazioni euroscettiche alla cancelliera si moltiplicano nel fronte governativo. La ministro del Lavoro Ursula von der Leyen, vicepresidente della Cdu, si è espressa a favore della richiesta della Finlandia di ottenere dalla Grecia garanzie come riserve auree in pegno, in cambio degli aiuti europei ad Atene. Voglia di linea dura contro l’Europa mediterranea, simpatia con gli euroscettici, insoddisfazione per la leadership di Angela Merkel, sono trend in crescita. La cancelliera si è difesa, è tornata ad escludere eurobond dicendo che «non risolverebbero i problemi» ed ha proposto che sia la Corte di giustizia dell’Ue a vigilare sul rispetto delle regole del Patto di stabilità . Ma il 23 settembre non le sarà facile ottenere un sì entusiasta del Parlamento alle misure di salvataggio della Grecia e dell’Euro.
Come se non bastasse, il problema posto dalla Finlandia resta aperto, e minaccia di mandare all’aria le speranze della Commissione europea di veloci accordi sulle prossime tranches di aiuti ad Atene. Helsinki vuole appunto garanzie-pegno. La Germania rifiuta «ogni soluzione per un paese solo nel caso greco». E l’Austria protesta ancora più forte: o si concedono garanzie a tutti i paesi che s’impegnano nel salvataggio di Atene, o a nessuno, dice il governo di Vienna.
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