Eurotassa, addizionali e balzelli un salasso da 1300 euro a famiglia

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ROMA – Non è solo il cuore del presidente del Consiglio a grondare sangue. La manovra di Ferragosto, che oggi approda in Senato, riserva agli italiani una rasoiata da 49,4 miliardi totali dai 47,9 della manovra di appena un mese fa, corretta per ottenere l’anticipo di un anno del pareggio di bilancio nel 2013, come preteso dalla Bce. Se si escludono evasori, grandi patrimoni (in Italia o nei paradisi fiscali) e chi vive di rendita, sono tutti coinvolti: lavoratori, pensionati, investitori, imprese. I tagli sono severi e le misure ampliano gli effetti previsti perché si sommano e si traducono in meno servizi per i cittadini e meno soldi in tasca.
La perdita di potere d’acquisto per ciascuna famiglia, calcolata da Adusbef e Federconsumatori in 1.365 all’anno, è una prima stima, forse ottimistica. Secondo i calcoli delle associazioni, la manovra pesa per il 65% proprio sui nuclei familiari che raccolgono l’impatto delle severe sforbiciate a tutto il settore pubblico. Solo i tagli a ministeri ed enti locali (Comuni, Provincie e Regioni) vale 17,7 miliardi complessivi fino al 2013, senza contare quanto deciso con le manovre precedenti. L’anticipo del federalismo fiscale, poi, se da un lato consente di recuperare risorse azionando le leve del fisco locale (le addizionali comunali e regionali), dall’altro aggraverà  ancora di più i conti di tutti.
La discussa eurotassa, definita «contributo di solidarietà », in tre anni raccoglierà  3,8 miliardi e pescherà  – calcola la Cgia di Mestre – per il 55% nelle regioni del Nord che hanno una concentrazione maggiore di redditi sopra i 90 mila euro annui. Una tassa pagata da poco più di mezzo milione di italiani e che amplia di fatto da 5 a 7 le aliquote Irpef – aggiungendo quella al 46% e quella al 50%, ottenute calcolando il 5 e 10% di obolo solidale “dimagriti” della deducibilità  – non è un successo per un governo che puntava a ridurle a due. In più, colpisce anche la prima casa. Come si vede dagli esempi in pagina, il conto sui tre anni di manovra è molto salato per dirigenti e professionisti con busta paga, ottenuto sommando l’effetto congiunto della supertassa, del portafoglio titoli appesantito da più tasse (le rendite finanziarie portate tutte al 20% tranne i titoli di Stato) e le addizionali. Gli statali, poi, potrebbero assistere allo slittamento della tredicesima se i rispettivi dicasteri non tagliano la spesa.
Il posticipo per ventiquattro mesi nell’erogazione della liquidazione, il Tfr, riguarderà  altri 19 mila statali che nel 2012 sceglieranno il pensionamento anticipato. Per quanto riguarda le altre misure, la relazione alla manovra d’agosto riferisce che la Robin Hood tax, la tassa speciale sulle imprese energetiche, fotovoltaico compreso raccolta grazie a un aumento dell’addizionale Ires, porterà  3,6 miliardi in tre anni. Almeno un paio di questi, come promesso da Tremonti, dovrebbero ridurre i tagli di ministeri ed enti locali. La tassazione delle rendite finanziarie al 20% permetterà  allo Stato di incassare 1,9 miliardi all’anno a partire dal primo gennaio del 2012. Dal primo ottobre prossimo, le promozioni ottenute da meno di tre anni non avranno alcun peso sul calcolo della pensione: una delle prime misure ad entrare in vigore. Da nuovi giochi e lotterie, infine, si attende un miliardo e mezzo all’anno.
La manovra ha sollevato perplessità  anche dalle parti sociali. Oltre Confindustria, contrariata dal contributo di solidarietà  e il mancato ritocco delle pensioni di anzianità , anche i sindacati non sono contenti. La Cgil della Camusso deciderà  martedì prossimo come e quando organizzare uno sciopero generale. Iniziativa che non trova concordi Cisl e Uil, altrettanto critici tuttavia con le misure sul tavolo. Angeletti, segretario Uil, è contrario allo sciopero, ma giudica «inaccettabili le norme sulla pubblica amministrazione». Bonanni propone di tassare i patrimoni immobiliari e mobiliari», definisce «diabolico accanirsi fiscalmente su chi ha la ritenuta alla fonte come i lavoratori e i pensionati e lasciare sostanzialmente fuori da ogni contributo di solidarietà  tutti gli altri cittadini italiani», promettendo anche di «contrastare le scelte sugli statali».


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