Enel conferma utile e margini Edison, vertice Proglio-Romani

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MILANO – Entra nel vivo il dossier Edison, proprio nel giorno della presentazione dei conti di A2a. Ieri, primo contatto tra l’ad di Edf Henri Proglio e il ministro allo Sviluppo economico Paolo Romani. I due si sono sentiti al telefono e hanno concordato i prossimi passi per la trattativa richiesta dai francesi al governo italiano: i vertici di Edf vogliono che ci sia un via libera politico agli accordi con i soci italiani guidati da Edf.
Nel settore dell’energia ieri è stata anche una giornata di semestrali. Hanno numeri diversi, viste le dimensioni. Ma i conti di Enel e di A2a hanno un tratto comune che si chiama diversificazione. È proprio grazie alle diverse attività  che l’ex monopolista nonché leader del settore elettrico e la prima delle utility locali hanno potuto presentarsi all’appuntamento della semestrale confermando gli obiettivi di fine anno. Anche se il mercato ha giudicato diversamente: Enel ha perso l’1,2% (meglio comunque dell’indice principale in calo dell’1,54%), mentre A2a è salita dello 0,49%.
Per Enel la diversificazione è soprattutto geografica. Sono stati i buoni risultati nella vendita di energia in America Latina e in Russia – oltre al contributo della controllata Enel Green Power – a far salire i ricavi del 10,3% e a mantenere in linea con un anno fa sia i margini (8,9 miliardi in crescita dello 0,6%) sia l’utile netto ordinario (2,3 miliardi in calo del 4,9%, che diventa un +5,2% a 2,55 miliardi con le partite straordinarie). In leggera risalita l’indebitamento netto al 30 giugno che ora ammonta a 46,13 miliardi (in crescita del 2,7%) ma oramai è sostenibile grazie alla generazione di cassa delle varie controllate. L’ad Fulvio Conti ha confermato durante l’incontro con gli analisti gli obiettivi di fine anno: Enel prevede di chiudere l’anno in corso con un utile netto ordinario di gruppo di 4,5 miliardi di euro (di cui il 60% destinato al dividendo) e un ebitda pari a circa 17,4 miliardi di euro.
La diversificazione di A2a è, invece, di tipo industriale. Nonostante le difficoltà  legate alla crisi, che hanno portato a una minore vendita di gas, i conti hanno tenuto grazie alle attività  nella termovalorizzazione (Acerra) e al contributo della quota della società  elettrica del Montenegro che impatta per la prima volta sui margini. I ricavi di A2a nel semestre hanno superato i 3 miliardi di euro (+6,7%), mentre l’ebitda è pari a 477 milioni (+1,5%). Si è ulteriormente ridotto il livello dell’indebitamento finanziario netto, in calo nel semestre di 135 milioni.


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