E Parigi tassa i super ricchi per mantenere la “tripla A”

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PARIGI – Tassare i ricchi, oppure soltanto i super-ricchi? Alla fine il governo francese ha sciolto il dilemma, restringendo la stangata ai contribuenti più pesanti. Con la manovra approvata ieri è infatti previsto un contributo straordinario del 3% sui redditi imponibili superiori ai 500mila euro. Una misura ridimensionata rispetto alle attese e che dovrebbe garantire un gettito di circa 200 milioni di euro per il 2012. La tassa verrà  probabilmente replicata anche l’anno successivo. «Fino a quando non sarà  raggiunto l’obiettivo di bilancio del 3% del deficit sul Pil» ha spiegato il primo ministro, Franà§ois Fillon. «Abbiamo scelto criteri di equità  come in altri paesi» ha sottolineato il premier, riferendosi all’Italia che pure ha colpito un base di reddito imponibile molto inferiore. Anche la Spagna discute in questi giorni di una maggiore imposizione sui guadagni più alti. Il ministro dell’Economia Elena Salgado ha lasciato intendere che il governo potrebbe alzare l’aliquota del 45% sopra ai 120mila euro. La soglia di reddito scelta dall’esecutivo di Parigi è stata giudicata insufficiente dall’opposizione. «Qualche ricco potrebbe sentirsi offeso di non essere considerato tale» ha ironizzato il socialista Franà§ois Hollande che ha definito la Finanziaria come un semplice «bricolage» dei conti pubblici. «Per essere davvero equi bisogna fare una vera riforma fiscale», ha aggiunto Hollande.
La manovra rappresenta un test cruciale per scongiurare un downgrading della Francia. Il presidente francese vuole mantenere la famosa Tripla A delle agenzie di rating e tentare di rassicurare gli investitori sull’ingente debito pubblico nonostante il rallentamento della crescita economica. Proprio ieri Fillon ha ammesso che le previsioni di aumento del Pil sono state corrette al ribasso: dal 2% all’1,75% per l’anno in corso e dal 2,25% all’1,75% per il 2012. La Finanziaria taglierà  12 miliardi di euro nel biennio. Il menù dell’austerità  comprende 1 miliardo di euro di tagli supplementari già  quest’anno, mentre nel 2012 si salirà  a 11 miliardi. Numeri lontani dalle manovre di Italia o Spagna, ma che sono già  triplicati rispetto alle ipotesi di qualche settimana fa, prima del nuovo attacco dei mercati finanziari.
A pochi mesi dalla scadenza del suo mandato, Sarkozy si gioca quasi tutto sulla nuova crisi economica. Tra le misure annunciate anche una riduzione del 10% delle cosiddette “nicchie fiscali”, sgravi ed esenzioni per le categorie più agiate, un aumento dei prezzi di tabacco e alcool, la modifica della tassazione sugli immobili, mantenendo l’esonero per la prima casa. Il governo francese ritoccherà  anche altri vantaggi fiscali come l’esonero dagli oneri sociali per le ore di straordinario sarà  ridotto, una riforma che Sarkozy aveva lanciato con grande enfasi quando fu eletto, con lo slogan: “Lavorare di più per guadagnare di più”. La manovra, che sarà  esaminata dal parlamento a partire dal 6 settembre, dovrebbe consentire di ridurre il rapporto deficit-Pil 2012 al 4,5%, rispetto al precedente obiettivo del 4,6%.


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