Di chi è la colpa?

by Sergio Segio | 10 Agosto 2011 15:59

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Secondo un opinionista del quotidiano di sinistra Guardian, chi condanna le violenze dovrebbe fermarsi un attimo a pensare che in Gran Bretagna “il 10 per cento più ricco del paese vive cento volte meglio rispetto ai più poveri”, e che la “mobilità  sociale è peggiore che in qualsiasi altro paese sviluppato”. Un altro opinionista del Guardian aggiunge che “questo è ciò che accade quando la gente non ha niente, quando le persone vengono bombardate di pubblicità  di cose che non possono permettersi oggi e non hanno alcun motivo di credere di potersele permettere in futuro”.

Max Hastings, dalle pagine del quotidiano di destra Daily Mail, non è per nulla d’accordo. Secondo Hastings, i rivoltosi “sono sostanzialmente bestie selvagge” che “rispondono unicamente a impulsi istintivi e animaleschi”. Non sono vittime, sono “un peso morto per la società “, e la colpa di quanto sta accadendo è della “nostra grottesca e autoindulgente cultura”. “Soltanto l’istruzione” può “far capire a queste bestie feroci come comportarsi”.

 

Secondo un commentatore del quotidiano di destra Telegraph, la rabbia nei confronti del governo cresce di ora in ora, in particolare tra i negozianti. I saccheggi stanno spaccando la società  londinese. Le comunità  multiculturali un tempo tranquille ora organizzavano bande tribali per proteggere i loro quartieri. “Quello di cui abbiamo bisogno ora, è di riprendere il controllo delle strade”, altrimenti le cose sono destinate a peggiorare.

 

Il Regno Unito sta sperimentando un “effetto Katrina”, scrive il quotidiano di centrosinistra Independent. Tuttavia, “non si tratta di una protesta politica, né di una reazione ai provvedimenti di austerity per il settore pubblico”. Al contrario, siamo di fronte agli atti di una minoranza che per generazioni è stata ignorata “da chi si occupa di educazione, di assistenza sociale e sanitaria e degli alloggi per i più poveri”. Secondo l’Independent, le rivolte che stanno sconvolgendo il paese potrebbero avere un risvolto positivo: “Ci costringeranno finalmente a fare i conti con il trattamento vergognoso che abbiamo riservato a poveri e emarginati”.

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