Da Napoli all’Olanda Salpano le navi dei rifiuti

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NAPOLI — E la nave va. Napoli è finalmente pulita, e bella da togliere il fiato, in questi giorni di Ferragosto. Ma per evitare che il rientro dei napoletani la trasformi di nuovo in una discarica, la giunta di Luigi de Magistris accelera la fase di transizione verso l’obiettivo dichiarato della raccolta differenziata al 70%. E sigla un accordo con l’Olanda per lo smaltimento via mare. Probabile, in futuro, anche l’invio in Norvegia.
Navi in rotta per Rotterdam dovranno portare via i rifiuti indifferenziati. Primo blocco di trasferimenti: 48mila tonnellate. Con navi da 5mila tonnellate ciascuna. Ma quanto costerà ? Ed è davvero più conveniente spedirli con un cargo piuttosto che trasportarli in altre regioni d’Italia? Cifre precise il Comune, vincolato al riserbo, non ne dà . Ma il vicesindaco con delega all’Ambiente, Tommaso Sodano, assicura: «Saranno inferiori alla cifra minima che spendiamo per trasferire i rifiuti in altre regioni: 150 euro a tonnellata». E in più, spiega l’ex ambientalista d’assalto, autore del libro di denuncia sugli intrighi di cricche e camorre dei rifiuti La peste, «questo ci consentirà  anche di sottrarci ai vari ricatti dell’impianto che chiude o lo stir che si blocca misteriosamente. Un copione che conosciamo e che negli ultimi 10 anni di commissariamento ha fatto sì che si spendessero 8 miliardi per i rifiuti. Il nostro piano prevede le navi solo nella fase transitoria di superamento dell’emergenza, e lo realizzeremo».
Il dato che trapela dal riserbo degli accordi siglati dalle ditte di smaltimento, e ancora in via di perfezionamento, è sorprendente. Il prezzo medio per tonnellata alla fine sarà  inferiore del 10-15% a quello sostenuto per gli attuali conferimenti.
Ogni giorno la spazzatura campana viene indirizzata verso tre regioni: Toscana (per 350 tonnellate al giorno), Emilia Romagna (circa 100) e Liguria (circa 250). Nei primi due casi, si tratta di prodotto già  lavorato, il costo è di circa 150 euro a tonnellata. Per la Liguria, prodotto tal quale, è di circa 155. Ieri il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ha firmato un’ordinanza che consente lo smaltimento anche in altre provincie della Campania. Sarà  possibile sversare i rifiuti prodotti nelle aree di Napoli e Salerno negli impianti situati nelle province di Avellino e Caserta. Gli impianti coinvolti sono quelli di San Tammaro, nel Casertano, e di Savignano Irpino nell’Avellinese. Ma già  si annunciano rincari che a Caserta potrebbero essere del 30%, facendo salire il costo dei trasferimenti fino a 170 euro per tonnellata.
D’accordo sulle navi dei rifiuti anche il governatore Caldoro. «L’obiettivo è comune: superare l’emergenza. In questa fase siamo pronti a dare il via libera ai conferimenti extranazionali, già  sperimentati da Bertolaso».
Lo scontro è sulla fase due: l’inceneritore. De Magistris si è speso molto in campagna elettorale contro il secondo impianto in città . E la municipalizzata Asia è ricorsa al Tar contro la sua realizzazione, già  deliberata dalla Regione. Ma ha perso. «Noi faremo di tutto per opporci perché non serve, richiede 5 anni ad essere realizzato, e sarebbe un affare solo per chi se lo aggiudicò. Invece Napoli ha bisogno di impianti di compostaggio e di trattamento meccanico a freddo. Ma soprattutto che pur spendendo tanto in questi anni non si sono realizzati».
Ma Caldoro va avanti. «Gli inceneritori non esistono più. I termovalorizzatori ormai sono ad emissione quasi zero e sono in tutta Europa. In Danimarca ci sciano sopra. A Barcellona ci hanno costruito un parco attorno. Ne stanno per costruire uno anche a Torino. E poi l’area in cui sorgerà  quello napoletano è comunque da bonificare. Certo che i termovalorizzatori di ultima generazione (che bruciano i rifiuti a 40mila gradi e producono solo un mattoncino con cui costruiscono case) sono più efficienti, ma è una tecnologia molto costosa. Mentre questo sarà  interamente finanziato dai privati».
Sodano scuote la testa: «In tutto il mondo si chiamano ancora Incinerator. Noi pensiamo ad un altro ciclo di rifiuti. Siamo arrivati da 60 giorni e la spazzatura a terra è passata da 2mila tonnellate al giorno a 150. Ieri abbiamo ripulito un’intera galleria riempita di spazzatura. Partiremo con la differenziata da macro-aree: a cominciare dagli ospedali e dalle carceri. E il porta a porta da settembre raggiungerà  325mila abitanti e da gennaio 500mila. Le navi serviranno solo all’inizio, il piano farà  il resto».


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