Crollo delle vendite auto: mai così male dal 1983
ROMA – Nuovo scivolone per il mercato dell’auto italiano che a luglio perde quasi l’undici per cento. Un passo indietro, rileva l’Unrae, l’associazione dei costruttori esteri in Italia, di 28 anni: «Siamo al livello più basso dal 1983, quando furono vendute 127.193 vetture».
«A inizio 2011 ci aspettavamo un’inversione di tendenza dopo il primo semestre», gli fa eco il presidente dell’Anfia – i costruttori nazionali – Eugenio Razelli che parla di un «minimo storico dagli anni ‘90 ad oggi». Secondo i dati del ministero dei Trasporti, le immatricolazioni sono calate a luglio del 10,69% sul 2010 (137.442 unità contro 153mila) e del 12,74% nei primi sette mesi (1,15 milioni in totale). Il crollo delle vendite però risparmia in parte Fiat che ritorna al di sopra della quota psicologica del 30 per cento del mercato: per il marchio italiano il calo cumulato è di meno 8,4%, sotto il meno 10,7% medio.
Questa performance spinge Fiat Group Automobiles al 30,3% in attesa che i modelli in uscita tra giugno e settembre imprimano una nuova spinta alle vendite. Secondo fonti del Lingotto si tratta di un risultato positivo proprio in considerazione del fatto che «alcuni modelli non sono più in produzione ed è in corso un forte rinnovamento delle gamme». Oltre a Lancia Ypsilon e Fiat Freemont, presentate a maggio e giugno, che secondo il marchio torinese «stanno ottenendo un’ottima accoglienza da parte del mercato – con rispettivamente 20 mila e 18 mila ordini – i prossimi mesi vedranno il lancio delle ammiraglie Lancia Thema e Voyager», oltre alla nuova Panda, che sarà presentata in anteprima al Salone dell’auto di Francoforte a settembre.
Gli analisti e gli addetti del settore però sono tutti concordi nel puntare il dito contro la manovra, e in generale le incertezze della politica che vanno a colpire la fiducia dei cittadini, poco propensi a mettere mano al portafogli e ad acquistare, in questo contesto di crisi, un’auto nuova. L’incremento delle accise sui carburanti, il balletto sul superbollo delle settimane scorse, il caro-Rc auto, in particolare, hanno generato perplessità nei potenziali acquirenti di vetture. Una conferma dei timori scatenati dalle misure del governo negli acquirenti, vengono dai risultati negativi ottenuti dai marchi blasonati del settore: a luglio Audi (-19,2%), Bmw (-19,46%), Land Rover (-37,22%), Mercedes (-13,08%), e Porsche (-44,49%), hanno tutti messo la retromarcia. Il segno più compare davanti a nomi come Chrysler-Jeep-Dodge (+29,5%), Hyundai (+52,3%), Kia (+28,2%), Mitsubishi (+61,6%), Lancia (+1,2%) che mettono a segno aumenti anche in doppia cifra e, nel caso di Dacia (+134%) e Mini (+107%), a tripla cifra. Tra le grandi Opel perde il 24% sul luglio 2010, Peugeot scende del 26,6%, Renault del 20,7%, Ford del 16,3%, Toyota-Lexus lascia sul terreno il 13,6% rispetto al luglio 2010, Fiat il 12,11%. Volkswagen limita le perdite al 6,2% e Alfa Romeo perde il 3,1%. Continua, infine, la corsa delle vetture diesel al 56,3% del totale, mentre è stabile il dato di quelle a benzina al 38,2%.
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