Cristina rischia il ballottaggio

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 BUENOS AIRES.Una novità  nella politica argentina. Oggi è il giorno della «primarie, aperte, simultanee e obbligatorie» (Paso) per selezionare i candidati alla presidenza della repubblica che parteciperanno alle elezioni del 23 ottobre. Una di loro, già  si sa, sarà  l’attuale presidenta Cristina Fernà¡nde de Kirchner, peronista di centro-sinistra.

La stranezza viene dal fatto che le primarie, adottate come parte di una riforma politica, hanno l’obiettivo di obbligare ogni partito o fronte politico a eleggere il suo candidato ma le dieci sigle che oggi presentano liste hanno già  nominato il loro concorrente di ottobre alla presidenza.
Di conseguenza 29 milioni di elettori sono convocati al voto per un obiettivo principale che è già  stato raggiunto. Restano solo da scegliere alcuni candidati per cariche minori. In ottobre, dopo otto anni di mandato del kirchnerismo (dal 2003 al 2007 Néstor, dal 2007 al 2011 Cristina), si dovrà  eleggere anche la metà  della Camera dei deputati, un terzo del senato e alcuni governatori e sindaci.
Sarà  comunque, come scrive la stampa locale, una «grande inchiesta nazionale» che servirà  a tutti per scegliere le posizioni per la battaglia decisiva. Il dato chiave sarà  vedere se la presidenta supera o si avvicina al 40%, visto che la costituzione prescrive che se al primo turno un candidato tocca questa percentuale e lascia il concorrente più vicino almeno 10 punti indietro, il ballottaggio non è necessario. L’altra possibilità , per evitarlo, è che il primo classificato superi il 45% dei voti qualunque sia la differenza con il secondo.
Dopo aver proclamato la morte politica di Cristina nel 2008, al termine di un estenuante scontro sulle imposte agli agrari, l’opposizione sembrava rassegnata fino a qualche mese fa alla rielezione di Cristina in ottobre, al primo colpo. La presidenta aveva recuperato popolarità  con una serie di provvedimenti di alto impatto, progressisti e di sinistra, e la sua immagine si era ulteriormente rafforzata dopo l’improvvisa morte del marito, il 27 ottobre scorso. Però i deludenti risultati del kirchnerismo nelle ultime elezioni locali in alcune importanti città  – Buenos Aires, Santa Fe e Cà³rdoba – hanno riacceso le speranze dei suoi avversari e, soprattutto, della stampa d’opposizione capeggiata dal poderoso gruppo multi-mediale Clarà­n che, confondendo le speranze con la realtà , nel 2009 era arrivato a dare la notizia che Cristina si apprestava a convocare elezioni anticipate.
Questi sono i candidati che oggi e il 23 ottobre contenderanno a Cristina la Casa rosada:
Ricardo Alfonsà­n, avvocato e figlio dell’ex-presidente socialdemocratico (dall’83 all’89) Raàºl Alfonsà­n, rappresenta la tradizionale Unià³n cà­vica radical (Ucr, storico avversario centrista del peronismo). Si è alleato con il popolare imprenditore di destra Francisco de Narvà¡ez, candidato governatore della provincia di Buenos Aires. Se Alfonsà­n riesce a superare il 25%, sarà  un successo, però l’alleanza con De Narvà¡ez ha spiazzato tutti e non è detto che non si riveli un boomerang per entrambi.
Con un discorso apertamente di destra, che include appelli alla repressione sociale e alla riconciliazione con i militari della dittatura incarcerati, l’ex-presidente Eduardo Duhalde (2002-2003), cercherà  di attrarre il voto del peronismo conservatore di destra. Perfino i suoi molti critici gli riconoscono una grande abilità  strategica e non è escluso che possa sopravvanzare Alfonsà­n, con cui in caso di necessità  potrebbe allearsi.
Il socialista Hermes Binner, attuale governatore di Santa Fe, guida il Frente amplio progresista (Fap), con ex-membri Ucr, ex-kirchneristi delusi e partiti minori di centro-sinistra. I deputati socialisti al Congresso hanno votato sì su leggi presentate da Cristina che hanno scatenato polemiche, come le nozze gay, la legge sui media, quella sulla ri-statalizzazione dei fondi pensione. Per il Fap la soglia del successo è sul 10%.
Si presentano anche il governatore Alberto Rodrà­guea Sà¡a, governatore della provincia di San Luis e tipico caudillo peronista populista-conservatore, la messianica cattolico-conservatrice Elisa Carrià³ (23% dei voti nel 2007), il trotzkista storico Jorge Altamira (se tocca l’1.5% è molto).


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