by Sergio Segio | 19 Agosto 2011 6:50
«Lontano dal limitarsi a qualche centinaia di miliardari, la cui contribuzione resterebbe simbolica, come sembra voler fare oggi la maggioranza, questa imposta eccezionale riguarderebbe almeno 150 mila persone e potrebbe portare alle casse dello stato 2,5 miliardi di euro all’anno» ha stimato Delanoà« sul suo blog.
Altre cifre rispetto a quelle previste dal governo che intende applicare la nuova tassa soltanto per chi guadagna più di un milione l’anno: il «contributo eccezionale» del 2% riguarderebbe 30 mila persone in tutto. Con un’imposta media di 10 mila euro ciascuno affluirebbero sui 300 milioni d’euro, ha stimato ieri un deputato dell’Ump. Un ottavo di quello che prevede Delanoà«.
Un’operazione «cosmetica» secondo il quotidiano della gauche Libération, condotta mentre si moltiplicano le voci di super milionari francesi che, dopo l’americano Warren Buffett, chiedono «contributi eccezionali per i più ricchi». Come ha fatto l’altro ieri Maurice Levy, magnate della pubblicità e presidente dell’associazione delle imprese private francesi, in un intervento su Le Monde. E ieri Geoffroy Roux de Bezieux, ceo di Virgin Mobile, ha detto che «essere ricchi dà delle responsabilità , la prima è quella di contribuire alla solidarietà nazionale in momenti di crisi».
Il presidente francese Nicolas Sarkozy del resto è ben attento a evitare che l’iniziativa possa essere estesa troppo: uno dei suoi punti fermi, che non vuole certo rimangiarsi a pochi mesi dalle elezioni, è che le tasse non si toccano. Per ridurre un debito in aumento a fronte di una paralisi della crescita (0,0% nel secondo trimestre) e riuscire a sedare i mercati e rassicurare le agenzie di rating sulla propria tripla A, il capo dell’Eliseo conta soprattutto sul taglio delle nicchie fiscali (sono circa 500 e costano ogni anno allo Stato 74 miliardi di euro). Un’iniziativa auspicabile ma insufficiente per la sinistra.
Quello della tassa dei super ricchi è dunque un altro terreno di scontro tra maggioranza e opposizione, già divise sulla «regola d’oro», il vincolo costituzionale del pareggio di bilancio osteggiato dalla sinistra, il cui appoggio è fondamentale perché venga adottata. Sarkozy, con la Merkel, se l’è venduta in Europa, ma non sa ancora se riuscirà a spuntarla in casa sua.
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