by Sergio Segio | 11 Agosto 2011 7:01
LONDRA — «La controffensiva è in corso». Dice David Cameron: con ogni mezzo per «portare in carcere i criminali». Sedicimila uomini per pattugliare le strade, cannoni ad acqua e pallottole di gomma per respingere gli assalitori. E tribunali aperti di giorno e di notte per processare immediatamente i saccheggiatori, senza tante storie e complimenti: subito davanti alle corti, subito la sentenza e subito la prigione. Adulti, adolescenti e bambini. Gli arrestati sono già 1.200, identificati dalle camere a circuito chiuso, chi preso in flagrante, chi raggiunto a casa grazie ai controlli e ai riconoscimenti.
Un bollettino da battaglia. E parole da battaglia. Ma David Cameron deve fare anche ammenda. Ammette che c’è qualcosa «di profondamente sbagliato nella nostra società ». Questi giovani protagonisti delle rivolte non rappresentano la maggioranza ma sono «sacche» di disagio verso cui occorre agire con severità e con politiche più efficaci. «Deve esserci responsabilità nella nostra società , dobbiamo avere un codice di valori per la convivenza». Il premier britannico sfodera la tolleranza zero però promette maggiore sensibilità e attenzione per l’area del malcontento. «Non consentiremo che vinca la cultura della paura».
Londra si lecca le ferite ma resta in allerta. Oggi si deciderà se sospendere l’inizio del campionato di calcio previsto per sabato.
Alcune squadre della Premier League, a cominciare dal Tottenham, il cui stadio è in una delle strade della periferia nord dove gli incidenti sono stati più feroci e dove i timori di nuovi scontri sono ancora alti. Fuori Londra dopo l’inferno di ieri la situazione è di allarme: a Manchester, a Liverpool, a Salford, a Nottingham, a Leicester. E soprattutto a Birmingham dove sono morti tre asiatici, travolti da un’auto nel corso degli assalti.
Camminavano ed erano impegnati in un’azione di difesa della zona sconvolta dai saccheggi. La vettura è salita sul marciapiede, li ha centrati in pieno e schiacciati.
Uccisi deliberatamente? Un delitto razzista compiuto da una gang? Un tragico incidente? Un uomo è stato arrestato. È chiaro che in una situazione di già gravissima tensione una notizia del genere rischia di diventare la scintilla di una catena senza fine di vendette. Birmingham è la seconda città per popolazione nel Regno Unito. Tre abitanti su dieci non sono europei. Gli equilibri fra le etnie sono difficili. Basta poco e la pace salta. Ecco perché i leader di tutte le comunità si sono impegnati subito a calmare gli animi affiancati dal papà delle tre vittime che ha invitato a non aggiungere violenza a violenza.
Ore di tregua. A Londra, nel Centro e nel Nord dell’Inghilterra la rivolta è congelata. Presto per dire che è stata domata. Scotland Yard dichiara di essere «pronta al peggio». La furia sembra essere passata.
Ma nessuno si fida.
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