Bersani, contropiano in 7 punti “Paghi chi esportò i capitali”

by Sergio Segio | 14 Agosto 2011 7:26

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ROMA – Le proposte del Pd in sette punti, il mezzo passo indietro di Di Pietro, Confidustria che chiede di aumentare l’Iva e riformare le pensioni d’anzianità . Il day after della manovra bis non ripropone soltanto le molte critiche. La manovra è «depressiva, poco credibile e ingiusta» per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che ieri ha presentato le controproposte del suo partito, spiegando che dal 20 agosto si aprirà  il confronto con opposizioni e parti sociali per migliorare ancora i sette punti: dal prelievo una tantum sui capitali esportati (valore: 15 miliardi) e scudati alla tracciabilità  dei pagamenti oltre i mille euro; dall’obbligo del pagamento elettronico dai 300 euro all’elenco clienti-fornitori; dalla descrizione del patrimonio nella dichiarazione del reddito a una imposta ordinaria sui valori immobiliari di mercato. Non mancano le dismissioni di immobili pubblici (con un obiettivo minimo di 25 miliardi di euro in 5 anni), liberalizzazioni e politiche industriali per la crescita. Corposo il capitolo legato ai costi della politica: spicca il dimezzamento dei parlamentari. Walter Veltroni chiede che sia questa la condizione del Pd per aprire il confronto: «Dobbiamo vincolare la discussione sull’articolo 81 della Costituzione a quella sul dimezzamento dei parlamentari e su una nuova legge elettorale. In 90 giorni si può fare, dando agli italiani una democrazia che decide e restituendo loro la scelta su governo e parlamentari». Per Rosy Bindi «Berlusconi continua ad autoelogiarsi e a scaricare sulla congiuntura internazionale la responsabilità  dei nuovi sacrifici imposti a chi sta già  pagando un prezzo altissimo per il malgoverno della destra. Ma è una soddisfazione del tutto propagandistica».
Antonio Di Pietro, che era parso possibilista sulla manovra, ieri ha ripetuto che non c’è «alcun atteggiamento pregiudiziale». Ma ha aggiunto, a scanso di equivoci: «Neppure ingoieremo in nome dell’emergenza qualsiasi polpetta avvelenata». «Dopo tre anni di patetiche rassicurazioni sulla condizione dell’Italia, il Governo si è finalmente svegliato. Ma lo ha fatto tartassando i soliti noti che non evadono le tasse, il ceto medio e le famiglie, ed evitando quegli interventi strutturali di cui invece il Paese ha bisogno» dice Pier Ferdinando Casini che poi chiede alle opposizioni «grande serietà  e senso dello Stato».
«In sede parlamentare si deve fare a brandelli questo decreto legge – dice Roberto Menia, esponente di Fli -. Il massacro sociale di Ferragosto non può essere convertito in legge senza profonde, radicali modifiche». E mentre Bobo Craxi boccia «forse il peggior esecutivo della Repubblica nel peggior momento economico della nostra storia», da sinistra le critiche sono feroci: per Paolo Ferrero, «il governo è stato di parola e ha dato luce ad una manovra che di cerca di affondare l’Italia come il Titanic: un disastro», e Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, avverte: «La manovra porterà  oltre la soglia di povertà  più di un milione di famiglie italiane».
Per Confindustria, la presidente Emma Marcegaglia promuove le norme sulla contrattazione aziendale, e aggiunge, in un’intervista sul Sole 24 ore di oggi: «Faccio una proposta a maggioranza e opposizione: si riformino le pensioni di anzianità . In questo modo si recuperano in modo strutturale risorse fino a 7 miliardi in due anni e si può ridurre il prelievo di solidarietà  sul ceto medio. Si può fare anche di più con un piccolo aumento dell’Iva, anche un solo punto. Può valere fino a 6,5 miliardi».

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