by Sergio Segio | 8 Agosto 2011 6:31
BRUXELLES — A notte fonda in Europa, poco prima dell’apertura delle Borse in Estremo Oriente, due riunioni d’emergenza segnano la risposta tanto attesa dei governi mondiali alla crisi del debito: quelli del G7 (Usa, Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone) annunciano che faranno di tutto per «iniettare sul mercato tutta la liquidità necessaria» e per «ostacolare le eccessive e disordinate oscillazioni delle valute, così da evitare -spiega il ministro giapponese delle finanze, Yoshihiko Noda -disordini sui mercati, e assicurare la stabilità » .
C’è anche una parola tranquillizzante per Italia e Spagna: le tensioni che sperimentano «non rispecchiano i fondamentali» e sono da considerarsi «benvenute» le loro ultime misure di consolidamento dei bilanci. Mentre la Banca centrale europea – altra riunione in teleconferenza -dà il via libera all’acquisto, sul mercato secondario, di titoli di Stato dell’Eurozona. Niente accenni espliciti a un Paese in particolare: ma si parla naturalmente, ancora una volta, di Italia e Spagna. L’assenso finale sarebbe giunto da Francia e Germania, prima alquanto scettiche, e ora la Bce agisce. Con un messaggio, questo sì, esplicitamente rivolto a Roma e Madrid: bene le vostre riforme, purché siano fatte subito. Che è poi quanto avevano affermato, in una nota congiunta e con un tono deciso appena smorzato dall’etichetta, anche i governi di Parigi e Berlino. «Il consiglio direttivo della Bce -dice dunque il comunicato di Eurotower -accoglie positivamente le riforme e le misure annunciate dai governi di Italia e Spagna» e ritiene una loro «rapida adozione essenziale per migliorare sostanzialmente la competitività e la flessibilità delle loro economie, e per ridurre rapidamente i deficit pubblici» .
La banca centrale ribadisce anche la validità delle decisioni prese dal Consiglio dei capi di Stato e di governo del 21 luglio, tuttora in attesa di esecuzione: «La Bce considera fondamentale che i governi siano pronti ad attivare il Fondo di Stabilità Europeo (il Fondo salva-Stati, ndr) sul mercato secondario, perché riconosce l’esistenza di circostanze finanziarie eccezionali che mettono a rischio la stabilità finanziaria» . Tutto questo, con molti sguardi fissi agli orologi con l’indicazione dei fusi orari. Quello che potrebbe succedere oggi, lo si è visto infatti ieri a mezzogiorno, in un angolo di Medio Oriente: borsa di Tel Aviv a picco, perdite del 6,64%, quotazioni sospese per eccesso di ribasso come mai accaduto dall’autunno 2008, cioè dal crac Lehman Brothers; e intorno, a picco anche le Borse arabe, da Dubai al Cairo.
Da oggi tocca appunto a noi, al resto del mondo: dopo 72 ore di corsa, varcato l’Atlantico e toccato già il Medio Oriente, arriva sui mercati il contraccolpo di quei 14mila miliardi di dollari di debito americano. O per la precisione, secondo l’ultimo aggiornamento ufficiale del Dipartimento del t e s o r o : 14.564.970.167.7 09 dollari e 38 centesimi, per i quali gli Usa sono stati declassati dall’agenzia di rating Standard &Poor’s.
Le Borse diranno dunque ora se quel giudizio è un fatto passeggero, o una mazzata di sfiducia a palazzi già scossi: prima «parleranno» i mercati asiatici -soprattutto Tokyo -che ha aperto con una seduta in calo dell’ 1,40%; poi quelli europei, infine Wall Street. Dove i «futures» americani hanno pure aperto in calo del 2,6%. Per tutta la domenica, i leader politici ed economici non hanno fatto che riunirsi o consultarsi. Una corsa, a tratti, dai toni drammatici. Ma alla fine, le contromisure sono state prese. E comunque vada, oggi le Borse non riapriranno nel vuoto.
Oltre alla riunione della Bce, e a quella del G7, c’è stata anche quella di alti responsabili finanziari del G20 (che raccoglie gli stessi Paesi del G7, più Cina, Brasile, Russia e India). Interessi diversi, aree diverse di influenza, peso specifico diverso, ma un obiettivo in comune: rassicurare i mercati. Si vedrà oggi con quale esito.
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