Autobomba contro sede Onu diciotto vittime ad Abuja

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Un’automobile imbottita di esplosivo ha superato due posti di blocco della polizia ed è andata a schiantarsi dritta contro l’ingresso del palazzo delle Nazioni Unite ad Abuja, la capitale della Nigeria. Nell’esplosione sono morte almeno diciotto persone, decine i feriti.
Il kamikaze al volante dell’auto ha scelto le undici del mattino (ora locale) per farsi esplodere, quando molti dei 400 dipendenti erano al loro posto di lavoro all’interno dell’edificio. La violenza è stata tale da sventrare i primi piani del palazzo. Nella sede dell’Onu, situata nel quartiere diplomatico in pieno centro, operano 26 agenzie umanitarie, tra cui Unicef e Organizzazione mondiale della sanità . Le misure di sicurezza erano state rafforzate da poco proprio per timori di attentati. Da New York il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha condannato «l’aggressione abominevole contro chi mette la vita al servizio degli altri».
L’attentato suicida è stato rivendicato dal gruppo estremista islamico locale Boko Haram, responsabile di numerosi attacchi nel Paese, tra cui uno simile a giugno contro la sede della polizia ad Abuja. «Abbiamo agito con precisione assoluta. Ci saranno altri attentati, cento uomini sono pronti al martirio» ha minacciato un portavoce della setta. Boko Haram in dialetto significa “la cultura occidentale è peccato”. Il gruppo si ispira ai Taliban afgani e si batte per imporre la sharia in tutta la Nigeria. Secondo gli analisti, è legato ad Al Qaeda. L’attentato di ieri – il primo contro una organizzazione internazionale in Nigeria, lo Stato africano più popoloso – potrebbe essere il segnale di una escalation del terrorismo.


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