Anche la casa nel reddito-base per calcolare il superprelievo
ROMA – La solidarietà al Paese arriva anche dalla prima casa. Il contributo previsto dalla manovra d’emergenza, il decreto 138 firmato sabato da Napolitano, si calcola difatti sul «reddito complessivo» dai 90 mila euro annui in su, immobili compresi. Una sorpresa di Ferragosto che rimette in campo un tema caro al centrodestra: le tasse sulla casa.
Il prelievo solidale, una sorta di eurotassa, sarà pagato da 559 mila contribuenti, 3 mila euro in media a testa annui, riferisce l’Agenzia delle entrate. Funziona così: è dovuto da chi lavora o ha lavorato e paga le tasse (dipendenti pubblici e privati, autonomi e pensionati), corrisponde a un 5% sulla parte che eccede i 90 mila euro e a un 10% sopra i 150 mila. Si paga già sui redditi di quest’anno, «in deroga all’articolo 3 dello Statuto del contribuente» che vieta la retroattività dei tributi, dice la relazione al decreto, e fino al 2013. Un triennio di solidarietà che vale 3,8 miliardi complessivi per lo Stato: 674,4 milioni nel 2012, 1,557 miliardi nel 2013 e 1,586 miliardi nel 2014.
E’ un contributo deducibile: il suo peso effettivo scende così dal 5-10% al 3-7%. Chi denuncia 100 mila euro versa un obolo di 1.500 euro in tre anni, ridotti a 855. Chi ha 250 mila euro deve 22.230 euro anziché 39 mila, sempre in tre anni. Fermo restando il tetto del 48% per i redditi molto alti: se il contributo supera quella percentuale, il contribuente può scegliere di essere meno solidale e pagare al massimo il 48%.
L’eurotassa si applica, come detto, sul reddito totale prima che le deduzioni lo trasformino in reddito imponibile. Nel computo entrano tutte le altre componenti, dunque anche le rendite catastali. Chi vive in una casa da cinque vani in zona centrale a Roma e guadagna 100 mila euro, per tornare all’esempio di prima, verserà 989 euro, 134 in più del caso-studio senza casa.
Secondo i calcoli dell’Agenzia delle entrate, ecco come si distribuisce l’imposta (senza però la deduzione e la casa): 150 euro all’anno in media a testa per i redditi tra 90 e 100 mila euro, 570 euro tra 100 e 120 mila, 1.250 euro tra 120 e 150 mila, 2.940 tra 150 e 200 mila, 14.440 euro sopra i 200 mila euro.
Pochi gli autonomi coinvolti, nel mezzo milione di italiani solidali: notai, farmacisti, dirigenti d’azienda. Chi non ha altri redditi, oltre quello da lavoro, pagherà a partire da gennaio 2012 con prelievi in busta paga. Gli altri, a maggio-giugno 2012 in sede di dichiarazione dei redditi. Agli statali, tassati già da gennaio come deciso dal Dl 78 (finanziaria 2010), sarà garantito «il recupero degli importi eventualmente già trattenuti». Così anche ai pensionati d’oro, solidali già dal 1° agosto per effetto della manovra di luglio.
Sempre sul piano fiscale, il rincaro delle sigarette si avrà , per decreto, entro il 31 dicembre 2011. L’inasprimento, infine, delle «sanzioni accessorie» per i professionisti che non rilasciano scontrini o ricevute non sembra poi così severo. I requisiti – quattro distinte violazioni nel corso di cinque anni e in giorni diversi – comporterebbero al massimo la sospensione dall’albo o dall’Ordine professionale «per un periodo da tre giorni ad un mese». Un invito a rischiare?
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