by Sergio Segio | 10 Agosto 2011 7:04
CROTONE. Faceva finta di nulla, minimizzava, come il suo quasi omonimo mago Zurlì mischiava le carte come un novello prestigiatore di periferia. Ma il tempo è galantuomo. E Stano Zurlo (Pdl), presidente della Provincia di Crotone, ha dovuto subire l’onta. Il ministro dell’Interno, Bobo Maroni, nella giornata di ieri ha infatti disposto l’accesso antimafia nella Provincia di Crotone. Il prefetto Vincenzo Panico è stato delegato dal ministro a esercitare i poteri di accesso e di accertamento. Ieri mattina la commissione d’accesso nominata dal prefetto si è insediata nel palazzo della Provincia. L’accesso è stato disposto dopo che l’assessore provinciale alla Scuola, Gianluca Marino (Pdl), dimessosi pochi giorni dopo dalla carica, era stato indagato a gennaio scorso per voto di scambio in un’inchiesta della Dda di Catanzaro che ha portato all’arresto di una decina di presunti affiliati alla cosca Vrenna-Ciampa’-Bonaventura di Crotone. Secondo l’accusa, Marino avrebbe avuto il sostegno di alcuni esponenti della cosca Vrenna in cambio di denaro. L’uomo non fu eletto ma venne poi nominato assessore. Dall’inchiesta è anche emerso che la cosca Vrenna avrebbe messo in atto brogli elettorali per far votare due volte alcuni candidati, denunciando falsamente lo smarrimento della tessera elettorale. Zurlo all’indomani del voto fu costretto ad assentarsi dal capoluogo per sfuggire alle pressioni delle cosche di Isola Capo Rizzuto e Cutro che reclamavano posti in Giunta.
A più riprese il manifesto aveva sollevato perplessità sull’operato del Viminale. Perchè le indagini antimafia che macchiavano l’amministrazione Zurlo erano più di una. Oltre alla citata inchiesta Hydra , pesavano le indagini sulla mafia dell’eolico e quella che aveva travolto il senatore Nicola Di Girolamo (Pdl), fotografato mentre festeggia l’avvenuta elezione con alcuni consiglieri provinciali e boss della potente cosca Arena di Isola. Più volte l’opposizione in parlamento aveva chiesto a Maroni di intervenire. Se venisse disposto lo scioglimento per infiltrazione mafiosa sarebbe la prima volta per una provincia. Un altro record amaro per un territorio già messo sotto scacco da ‘ndrangheta e crisi sociale.
«Attendiamo con fiducia e serenità il lavoro di accesso agli atti da parte della Commissione, consapevoli di aver operato sempre nella massima trasparenza – ha commentato a caldo Zurlo – siamo assolutamente certi del lavoro svolto in questo due anni di amministrazione, le cose non sono state sempre semplici, ma la chiarezza è stata la caratteristica che fin dal nostro insediamento ci ha contraddistinto. Ogni decisione presa, tutte le delibere di Giunta e di Consiglio prodotte e le determine dirigenziali sono state pubblicate tempestivamente sul sito istituzionale, segno evidente della trasparenza degli atti prodotti. Sono certo che alla fine di questo periodo di accesso l’immagine di questa amministrazione ne uscirà ancora più forte». Sembrano parole dettate più da disperazione che da convinzione. Perchè il destino dell’amministrazione provinciale di Crotone appare segnato. E Ubaldo Schifino (Pd), il candidato sconfitto e gabbato dai brogli emersi dalle indagini, non nasconde la sua soddisfazione. D’altronde, ben prima che le provinciali del 2009 finissero nel mirino della Dda, aveva avanzato il sospetto (in un suo libro, Un partito senza se stesso)che alla vigilia del voto alcuni candidati avessero acquistato voti per essere eletti. «Si parlava di 50/100 euro a voto. Una circostanza che indigna chi si candida per servire il bene comune e non per servirsene» aveva scritto. Col senno di poi, aveva visto giusto.
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