Afghanistan Quattro feriti tra i parà italiani
Un’escalation, in poche ore, di attacchi talebani contro le forze occidentali: concluso il giorno più sanguinoso per le forze Isaf in Afghanistan dall’invasione nell’ottobre 2001, con la morte di 38 militari (Navy Seals americani e afghani) a bordo del Chinook, altri quattro soldati, di cui due francesi, in diversi attentati hanno perso la vita.
E anche il contingente italiano, ancora una volta sotto attacco, ha pagato un prezzo: quattro parà e un interprete afghano sono rimasti feriti nell’esplosione di uno ied, un ordigno improvvisato, a Bala Balouk, nell’ovest dell’Afghanistan, la zona sotto il controllo della Folgore.
Ora sono ricoverati nell’ospedale militare da campo di Farah e le loro condizioni «non destano preoccupazione» , come ha spiegato il comandante del contingente, Carmine Masiello, le cui parole sono state riferite dal ministro della Difesa Ignazio La Russa che ha telefonato alle famiglie per rassicurarle. Solo quattro giorni fa l’ultimo attentato ai militari italiani, a Herat: anche in quel caso quattro feriti, nessuno particolarmente grave e anche in quel caso uno ied, piazzato sulla strada di convoglio. Ieri mattina i militari sono stati probabilmente attirati sul luogo dell’ordigno da una trappola.
Durante un pattugliamento con le forze di sicurezza afghane, sono stati bersagliati a colpi di mortaio, e— ricostruiscono dal comando— si sono diretti «verso l’origine del fuoco» . Sulla strada la pattuglia è stata investita dall’esplosione dell’ordigno, alla quale è seguita uno scontro a fuoco. Il «morale» del contingente — dice il comandante Masiello— rimane alto. Ma la situazione è incandescente. Ieri sono cominciate le operazioni recupero del Chinook americano, sul cui schianto, sabato nella provincia di Wardak, sono in corso indagini. Ma l’ipotesi del razzo lanciato dai talebani, che lo hanno rivendicato, resta la più accreditata.
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