Affari e tangenti, il sistema Sesto «Di Caterina aggressivo e armato»
MILANO — «Oneri conglobati» per dire tangenti: bel nome, l’ha inventato davvero lei? «In effetti suona bene. Ma non è vero» . Marco Magni, architetto, 49 anni e 6 dipendenti, nipote di Gino Strada, è uno dei professionisti indagati dalla Procura di Monza in un filone dell’inchiesta che ruota intorno ai finanziamenti contestati non solo all’ex sindaco Filippo Penati ma anche ad altri politici di sinistra di Sesto San Giovanni, come l’ex vicesindaco e attuale assessore all’Edilizia (dimessosi dopo essere stato indagato) Pasqualino Di Leva.
L’imprenditore Piero Di Caterina afferma che fu lei a dirgli che sotto la voce «oneri conglobati» , inserita nei preventivi dei suoi progetti urbanistici per i clienti, c’erano in realtà le tangenti per l’assessore comunale e la dirigente dello Sportello Edilizia di Sesto. «Sarei stato pazzo a dirglielo. Ma no, non è mai stato così. Vede, quando si fa un piano finanziario per i clienti, si stimano i metri quadrati, i soldi per metro quadrato, quelli per la progettazione, gli oneri di urbanizzazione. Poi io metto la voce allacciamenti e imprevisti, gli u n i p e r l e t a r i f f e d i Enel-Aem-Telecom e gli altri relativi a eventuali aggravi nei costi di costruzione; e la voce oneri conglobati, che vuol
dire solo provare a immaginare quanto possa costare il finanziamento bancario dell’operazione su un certo arco temporale» .
Però anche due architetti, che lavoravano con lei, testimoniando davanti ai pm Mapelli e Macchia l’hanno accusata di operare «sul filo del rasoio» , e di celare sotto gli «oneri conglobati» «provviste occulte» per «pagamenti riservati» . «Sembrano tre diversi accusatori. Ma sono sempre uno» .
Sta dicendo che sarebbero l’eco di Di Caterina? «Ho avuto la sfortuna di incontrarlo e mi ha rovinato la vita. L’ho conosciuto quando volevamo entrambi una piccola palazzina: per non discutere, l’abbiamo presa insieme, attorno al 2004-2005. Poi però aveva un sistema sempre aggressivo, carattere coercitivo» .
Che significa? «È uno che gira con la pistola. Io no» .
Ma i due architetti? «Prima mandavano avanti il mio studio. Poi di colpo si sono dimessi. E hanno cominciato a lavorare con lui» .
Le attribuiscono «corsie preferenziali» in Comune.
«Io? Ho 49 anni è il mio progetto più importante a Sesto, la “Bergamella”, l’ho iniziato nel 1992 e a tutt’oggi i lavori non sono ancora iniziati: bella corsia privilegiata, piuttosto dovrei essere preso a esempio negativo…» .
Magni recordman di incarichi a Sesto San Giovanni. «A Sesto gli affari grossi sono stati gestiti storicamente prima dal gruppo Pasini e poi da Zunino, e io non ho mai lavorato per alcuno dei due. Se poi fare, come me, progetti da qualche decina di appartamenti significa essere recordman di incarichi…» .
Lei architetto, che ha per lavoro rapporti con l’assessore all’Edilizia, ha in studio come sua dipendente proprio la figlia dell’assessore: neppure un dubbio sull’inopportunità ?
«Perché dovrei licenziarla? Ha un regolare contratto, non fa la progettista, lavora part time per la comunicazione e un po’ di segreteria. Guardi, posso aver peccato di ingenuità . Ma cosa abbiamo da nascondere, se è tutto alla luce del sole?» .
Anche «Shorelake» è al sole?
«Ne parlano sempre quei tre, ma non so perché la riferiscano a me» . Perché è la società inglese che lei avrebbe utilizzato per fare fatture false e creare 400.000 euro di fondi neri, fingendo di pagare alla «Shorelake» dei progetti che in realtà sarebbe stato lei stesso a spedire in Gran Bretagna e a farsi rimandare. «Non glielo posso spiegare, ma le assicuro che è un’altra storia. Però voglio prima raccontarlo al pm. Lo deve sapere prima lui. Perché è un elemento a mio difesa. L’unico. L’unico che mi può proteggere e tutelare da Di Caterina» .
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