A sorpresa Facebook vale meno la stima scende a 66 miliardi
La crisi dei mercati colpisce anche Facebook. In un solo colpo il social network più celebre del mondo ha perso il 33,5% della sua valorizzazione (virtuale): da 100 a 66,5 miliardi di dollari. In attesa, poi, che all’inizio del prossimo anno arrivi anche il debutto a Wall Street traslocando gli scambi dal mercato secondario a quello azionario (reale). Intanto a tagliare la valutazione di Facebook sono stati i vertici di Interpublic, il colosso americano della comunicazione che ha ceduto lo 0,2% del capitale (tenendo in portafoglio il restante 0,2%) per 133 milioni di dollari. Meno dei 200 che – secondo le ultime stime – avrebbero potuto incassare con la quotazione in Borsa.
Insomma, dopo aver quintuplicato il proprio valore in quasi due anni, per la prima volta nella sua storia Facebook – ancora in attesa di un bilancio in utile – registra un segno meno. Evidentemente – complice l’incertezza e la volatilità dei mercati – nel quartier generale di Interpublic hanno preferito un uovo, comunque ricco, a una gallina forse incerta: a giugno 2006, infatti, lo 0,4% del sito era stato acquisito per 2 milioni di dollari. Quasi una scommessa al buio perché allora gli utenti attivi non arrivavano ai 12 milioni, mentre oggi superano i 750 milioni.
Interpublic ha così preferito coprirsi da ogni rischio incassando forse meno di quanto avrebbe potuto, ma subito. E registrando, comunque, un rendimento superiore a 60 volte l’investimento iniziale in Facebook. Insomma dal punto di vista finanziario resta un’operazione perfetta, anche perché Interpublic mantiene un altro 0,2%. Invece sul fronte industriale sorge qualche dubbio sul reale valore di Facebook. Alimentando il sospetto che la corsa dei social network nasconda in realtà una nuova bolla hi-tech. E così mentre Linkedin (il social network dei professionisti) e Pandora (il sito che veicola musica) hanno iniziato a tirare la volata a Zuckerberg, scaldano i motori anche Zynga e Groupon. Ma evidentemente le ultime valutazioni non hanno convinto i piccoli azionisti.
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