by Sergio Segio | 19 Agosto 2011 6:52
Ok della Nasa alle società private: che nei prossimi mesi lavoreranno per suo conto, collegando la Terra con la Stazione Spaziale Internazionale con navicelle di propria costruzione. Dapprima trasporteranno materiali, poi anche passeggeri. Una situazione provocata soprattutto dai tagli al budget della Nasa, che non può permettersi la costruzione di una nuova capsula e per far viaggiare i suoi astronauti è costretta ad affittare posti sulle Soyuz russe: spendendo circa 50 milioni di dollari a viaggio. Un costo esorbitante da ridurre al più presto. Poi c’è il sogno svanito di dare un successore allo Shuttle, andato recentemente in pensione. Avevano provato a costruirne uno, ma difficoltà tecniche e quindi ancora una volta i costi, avevano fatto desistere dall’obiettivo. Ne hanno approfittato le società private, che vedono in questo débacle della Nasa la possibilità di favolosi guadagni. Perché dare alla Russia tutti quei soldi se è possibile costruire in casa un razzo da affittare alla Nasa? Vuoi per una questione d’orgoglio, vuoi per far restare i soldi in America, la corsa allo spazio è diventata il nuovo business. Con ricchissimi imprenditori che investono nella costruzione di razzi e navicelle. Più semplici nella struttura, simili a quelle che portarono l’uomo sulla Luna. Che permettono di andare e tornare dalla Iss con maggiore semplicità , sicurezza, e, appunto, a costi ridotti. A guidare la nuova gara, c’è la società Space X, fondata da Elon Musk, il miliardario sudafricano che ha cofondato il sistema di pagamento online PayPal. Space X è già pronta a lanciare il proprio razzo Falcon 9 con la capsula Dragon alla volta della stazione orbitante, già il prossimo 30 novembre. L’affidabilità del razzo, nonostante i pochi voli realizzati, è ritenuta tale da aver tagliato un ulteriore lancio di prova. Il nuovo razzo sarà il più potente mai costruito dai tempi del Saturno 5, il razzo che portò gli uomini sulla Luna.
A fare la fila a Cape Canaveral c’è anche la Orbital Sciences Corporation, che sta costruendo un cargo in grado di portare materiali alla ISS. Il primo lancio è previsto per il 2012 per mezzo di un razzo Taurus 2. Poi c’è la Boeing, società storica in campo spaziale, in pista con una propria capsula, chiamata CST-100, ovvero Crew Space Trasportation. «È un po’ più grande dell’Apollo e potrà trasportare fino a 7 astronauti. Una navicella sicura e affidabile che permetterà di lanciare americani nello spazio dal suolo statunitense» ha spiegato John Elbon, responsabile dello sviluppo commerciale della Boeing Commercial Crew, battendo sul tasto dell’orgoglio nazionale. Il primo lancio con passeggeri avverrà nel 2015 e a bordo vi saranno due piloti collaudatori della società stessa.
C’è poi chi sogna una navetta che possa andare e tornare dallo spazio: è la Sierra Nevada Corporation, che sta mettendo a punto la Dream Chaser. Molto più piccola dello Space Shuttle che verrà lanciata da un razzo Atlas 5 e che tornerà planando come un aereo. Potrà portare fino a 7 astronauti. La data del primo lancio però non è ancora stabilita.
Ma la Nasa non sta certo con le mani in mano e lavora a una propria navicella, la Orion, con cui spera non solo di portare uomini attorno alla Terra, ma anche di raggiungere un asteroide verso la fine della prossima decade. Il primo lancio di prova è previsto per il 2013, quello con nel 2020. Ammesso che non vada in pensione prima di essere ultimata: cancellata da eventuali successi delle navicelle private.
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