by Sergio Segio | 21 Luglio 2011 7:00
NEW YORK – Perfino lo Hindustan Times dedica la sua apertura alla «sensazionale Wendi». Le reazioni mondiali sono concordi all’indomani dell’audizione di Rupert Murdoch al Parlamento inglese: la vincitrice è lei, la moglie 42enne che ha sferrato un pugno all’aggressore con torta. Il tabloid newyorchese Daily News (concorrente del Post di Murdoch) la raffigura in tenuta da pugile, con guantoni rosa. Anche la stampa più autorevole come il Washington Post dà atto alla «donna-tigre» cinese di essersi riconquistata con quello scatto felino una posizione di punta nelle grandi manovre per la successione (dopo essere stata in ombra nelle prime puntate dello scandalo). Perché di questo ora si tratta. Sul fronte americano infatti si addensano nuovi problemi sul futuro dell’impero News Corp. Da un lato l’Fbi ha ufficialmente aperto il filone americano dell’inchiesta, sulle sospette intercettazioni illegali ai danni delle vittime dell’11 settembre (il segretario alla Giustizia Holder ha annunciato che incontrerà i parenti). Sul fronte finanziario escono allo scoperto gli investitori insoddisfatti che vorrebbero l’uscita rapida di Rupert.
E forse proprio lo spettacolo della moglie scattante come una belva, la sua bodyguard in rosa, ha accentuato la sensazione di vecchiaia e inadeguatezza del magnate. E’ significativo che a raccogliere le voci critiche sia proprio il Wall Street Journal, il quotidiano «di casa» a cui Murdoch si è affezionato più che a ogni altra testata del suo gruppo. Dopo giorni di informazione paludata e ossequiosa, che gli era valsa strali beffardi dalla concorrenza, il Wall Street Journal è tornato a fare giornalismo d’inchiesta con un retroscena nel mondo finanziario. Nel titolo si sottolinea che «la performance dell’80enne Murdoch all’audizione spinge gli investitori a chiedersi se non debba ritirarsi». Nell’articolo si legge: «Interviste con diversi azionisti di News Corp rafforzano l’impressione che debba dimettersi da chief executive». Viene citato un azionista del gruppo che chiede l’anonimato per potersi esprimere liberamente, e duramente: «Era penoso guardarlo, è parso vecchio, senza più il controllo dell’azienda». Tra quelli che invece parlano con nome e cognome c’è il più potente fondo pensione Usa, Calpers, che gestisce la previdenza di tutti gli statali della California: «La situazione è grave – dice la sua dirigente Anne Simpson – e consideriamo tutte le opzioni. Siamo azionisti, non ci accontenteremo di fare gli spettatori». Sempre sul Wall Street Journal, i malumori degli azionisti convergono nell’auspicare un rapido passaggio di consegne da Rupert a Chase Carey, l’attuale direttore generale. Un investitore, Don Yacktman che controlla 58milioni di azioni della società , si spinge fino a prevedere che «le azioni risalirebbero in caso di dimissioni di Murdoch». Forse un’ovvietà , ma non se pubblicata sul suo stesso giornale. Per il principe saudita Alwaleed, invece, News Corp resta un «buon investimento a lungo termine».
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