Terremoto in Piemonte, fuga da fabbriche e uffici

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TORINO – Il computer dell’ufficio che ondeggia, i libri che cadono dalle mensole, le finestre che ballano. Prima lo stupore, poi la paura e la fuga di migliaia di persone in strada. La terra trema in Piemonte: una scossa di magnitudo 4.3 della scala Richter ieri pomeriggio alle 14.32, epicentro nel Pinerolese, tra i comuni di Giaveno, Cantalupa e Cumiana, a una quarantina di chilometri dal capoluogo.
Danni lievissimi, nessun ferito, ma tanto spavento fra i torinesi non abituati a convivere con il terremoto. Uffici evacuati, ad iniziare da quelli pubblici, come il Comune, gente in strada che ha paura di tornare alla scrivania. Anche a Mirafiori gli operai hanno lasciato le linee di montaggio per raggiungere i piazzali della fabbrica. In piazza San Carlo, invece, si sono ritrovati i manager di Intesa-Sanpaolo. La scossa, epicentro a 25 chilometri sottoterra, è stata avvertita in tutta la regione, fino in Liguria e in Valle d’Aosta, in maniera netta. Più violenta nei comuni della provincia di Torino, tra la Val Chisone e il Sangone, a ridosso delle montagne Olimpiche, dove è stata preceduta da un boato. Nella testa le immagini dell’Aquila distrutta, dove però si registrò una scossa di magnitudo 5.9, molto più superficiale.
Subito presi d’assalto i centralini dei vigili del fuoco, delle forze dell’ordine, degli ospedali, tanto che i cellulari sono andati subito in tilt. Molta la paura, ma nel giro di un’ora si capisce che non ci sono né feriti ne danni gravi, solo qualche crepa di lieve entità . «La situazione è sotto controllo», dicono il presidente della Regione, Roberto Cota e il sindaco di Torino, Piero Fassino.
La conferma arriva anche dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. «Magnitudo contenuta e soprattutto epicentro molto profondo – spiega il presidente Enzo Boschi – comprendo la paura della gente, ma non è stato nulla di drammatico. Un evento nella media, in una zona, il Piemonte, che nella mappa nazionale è a bassa intensità  sismica e dove non si sono registrati mai fenomeni devastanti». Ci saranno altre scosse? «Per qualche giorno, le stiamo già  registrando, ma sono molto lievi. Il classico sciame».
In Piemonte il terremoto non si faceva sentire dal 5 gennaio 1980. Quella volta la scossa fu di magnitudo 5.1, l’epicentro sempre nella zona di Giaveno, e arrivò dopo un altro lungo periodo di silenzio che durava dal 26 ottobre 1914, magnitudo 5.3, vicino a Cumiana. Per un grande terremoto (magnitudo 5.6) bisogna risalire al 2 aprile 1808, quando il sisma attraversò tutta la Val Pellice.
Molti i disagi provocati dal terremoto. Le Ferrovie hanno bloccato la circolazione dei treni per più di quattro ore in Val di Susa e nel Pinerolese: stop sulla Torino-Modane e sulla Torino-Torre Pellice per verificare lo stato dei binari. Decine i convogli soppressi e solo in serata il traffico è tornato normale. Chiusi anche i sentieri e le mulattiere intorno al monumento simbolo del Piemonte, la Sacra di San Michele, in Val di Susa: alcuni massi si sono staccati dalle montagne. Una frana che ha sfiorato e lievemente danneggiato un edificio utilizzato per convogliare l’acqua potabile.


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