by Sergio Segio | 23 Luglio 2011 6:50
ROMA – Raffica di aumenti delle tasse «federali» prima dell’estate. Sfruttando l’opportunità fornita dai decreti sul fisco municipale e provinciale, approvati tra il marzo e il maggio di quest’anno, Comuni e Province hanno rotto gli indugi e, anche per fra fronte alle necessità di bilancio, stanno aumentando le imposte: addizionale Irpef e tassa provinciale sulla Rc auto. Un aumento che, sommato al rincaro delle addizionali regionali Irpef che ha investito, anche sui redditi di quest’anno, gli abitanti di Lazio, Molise, Campania, Calabria e Puglia, riguarderà 11 milioni di contribuenti. A questi vanno aggiunti due milioni di automobilisti.
Segnato dall’aumento-simbolo dell’addizionale Irpef approvata ieri dal Comune di Milano (0,2 per cento con esenzione fino a 26 mila euro) il processo di rincaro non si arresta: ad oggi i Municipi che hanno elevato l’Irpef (capoluogo lombardo compreso) sono 179.
Nella lista figurano «campanili» importanti, da Brescia, a Cremona a Venezia. Ma non è finita perché una delibera del ministero dell’Economia di un paio di settimane fa, passata inosservata, ha dato due mesi di tempo in più ai sindaci, fino al 31 agosto, per approvare la fatidica «variazione di bilancio» che serve per aumentare l’Irpef «federale». Sono da attendersi sicuramente altri aumenti, dato che sono 4.000 i comuni ad addizionale sotto lo 0,4 per cento e che potranno, in base al decreto varato dal governo, aumentarla dello 0,2 per cento quest’anno e di un altro 0,2 nel 2012.
Vistosi movimenti al rincaro si segnalano anche sul fronte delle Province. Già 36 (sulle 86 a statuto ordinario che possono mettere mano subito ai rincari) hanno aumentato la tassa locale che si paga sull’assicurazione per la responsabilità civile auto. Tra queste – come aveva avvertito già nelle settimane passate uno studio della Uil-Politiche territoriali – Venezia, Alessandria, Benevento, Bologna, Chieti, Cremona, Pescara e Vibo Valentia. In queste province, da quest’anno, la tassa sulla Rc auto salirà dall’ attuale tetto massimo del 12,5 per cento fino, in molti casi, al 16 per cento. Molte di queste province hanno sfruttato la possibilità , prevista dal decreto sul federalismo fiscale, di aumentare entro il 30 giugno del 2011 l’imposta del 3,5 per cento. Ma anche in questo caso la corsa non è finita: le province, grazie alla recente proroga, avranno tempo fino al 31 agosto per approvare le «variazioni di bilancio» e aumentare ancora.
La variante regionale delle addizionali Irpef non è di peso minore. Lo sblocco delle addizionali per tutte le Regioni, previsto in un primo momento dal governo nell’ambito del decreto sul federalismo è stato evitato, ma i governatori che hanno il bilancio sanitario in deficit hanno dovuto aumentare le tasse fin dallo scorso anno. Lazio, Molise, Campania e Calabria hanno portato l’addizionale dall’1,4 per cento all’1,7 per cento con un incremento dello 0,3. Mentre la Puglia ha agito autonomamente e ha portato l’addizionale dal minimo di 0,9 per cento all’1,2 per cento (sotto i 28 mila euro di reddito) all’1,4 per cento (sopra i 28 mila euro).
E per il futuro non si prevede un orizzonte tranquillo. Sempre il decreto sul federalismo fiscale prevede che dal 2013 le regioni potranno aumentare l’addizionale Irpef – dallo 0,9 per cento di partenza – dello 0,5 per cento. Nel 2014 si potrà raggiungere l’1,1 per cento e nel 2015 il rincaro sarà del 2,1 per cento. In questo modo l’addizionale regionale potrà arrivare al 3 per cento.
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