SUDAFRICA. Ondata di scioperi contro il caro vita e i bassi salari
Il sindacato dei minatori sta chiamando allo sciopero anche i lavoratori del carbone e quelli delle miniere d’oro. Da una settimana, sciopera il settore petrolifero e il carburante scarseggia nei distributori di benzina di Johannesburg, capitale economica del paese.
In un’economia attraversata da una forte inflazione (oltre il 4,6%), mentre il governo teme di veder fuggire gli investitori stranieri (attirati dai bassi salari), i lavoratori non intendono pagare il prezzo della crisi. Ormai da qualche anno, in giugno e luglio, quando l’attività economica rallenta per il lungo inverno australe, si fanno sentire. Lunedì, durante i festeggiamenti per i 93 anni di Nelson Mandela, i dimostranti hanno chiesto aiuto a «Madiba» scrivendo sui cartelli: «Nelson, amico mio, stiamo ancora soffrendo».
Oltre 170.000 lavoratori sono scesi in sciopero quest’anno: i metalmeccanici (250.000), quelli dell’industria chimica, del petrolio o del legno, uniti intorno alle rivendicazioni salariali. Oggetto di trattativa, il salario minimo a 6.000 rand (circa 600 euro), la settimana di 40 ore e l’allungamento dei congedi parentali. Secondo il Cosatu, la principale organizzazione sindacale del paese, per vivere una vita decente, occorrono almeno 4.000 rand al mese. Quasi tutti i settori hanno ottenuto il 10% di aumento salariale. Gli industriali minacciano: «se aumentano i salari, ci sarà meno occupazione». Gerhard Papenfus, presidente dell’Associazione nazionale degli imprenditori, ha scritto a tutti i dirigenti d’impresa per invitarli a non cedere alle rivendicazioni sindacali.
Un ricatto che pesa in un paese che, durante la crisi mondiale del 2009, ha licenziato un milione di persone, per lo più lavoratori senza qualifica. Il presidente Jacob Zuma afferma che la creazione di posti di lavoro è una priorità del suo governo, ma il tasso di disoccupazione sfiora il 26%, e per oltre il 50% riguarda la popolazione nera. Le disuguaglianze crescono insieme al costo dei servizi. Dal primo luglio, l’elettricità è aumentata del 26%. Per una famiglia di reddito medio-basso, spendere in media 80 euro per la luce durante l’inverno, diventa insostenibile. Secondo il Labour Research Service, gli scioperi aumenteranno: perché la crescita economica dalla fine dell’apartheid si è basata sul consumo sfrenato. Per spingere i sudafricani a comprare, il governo ha favorito il sistema di credito e ora ai lavoratori restano solo debiti.
Per i sindacati, le disuguaglianze sociali evidenziano una forma di «schiavitù moderna» che avvantaggia le grandi imprese: «È una vergogna – ha dichiarato Zwelinzima Vavi, segretario generale del Cosatu – che il 57% dei sudafricani viva con meno di 500 rand al mese, mentre gli imprenditori guadagnano in media 59 milioni di rand all’anno».
Related Articles
Che ne è di Saif Gheddafi?
Le nuove autorità libiche avevano tempo fino alle 17 di ieri per comunicare alla Corte penale internazionale (Cpi) le condizioni di salute e lo status giuridico di Saif al-Islam, figlio del colonnello Gheddafi, catturato in novembre dalla milizie berbere di Zintan.
Prime vittime dell’uragano killer due milioni di evacuati sulla costa
“Fate provviste per cinque giorni” L’emergenza Intere città al buio. Obama: saranno ore molto lunghe. Tra i morti anche un bambino Ad Albany, nel pomeriggio, lieve scossa sismica
La pericolosa eredità di Joe Biden: armi nucleari USA puntate su Pechino
Il New York Times rivela il piano top secret di Washington: Mosca è solo uno «tsunami», la Cina è «il cambiamento climatico». La Casa bianca, preoccupata dagli accordi cinesi con Putin e Kim Jong-Un