Stress test, bocciate 8 banche. Vertice europeo il 21
by Sergio Segio | 16 Luglio 2011 7:08
ROMA – La Ue convoca per il prossimo giovedi l’atteso vertice straordinario dedicato alla crisi del debito e ai guai della Grecia. L’Eba, l’autorità di controllo europeo sulle banche, diffonde gli attesissimi stress test, ovvero l’elenco degli istituti capaci di resistere ad eventuali e più forti choc che si dovessero manifestare quest’anno e il prossimo – «scenari avversi», in gergo – secondo un indice patrimoniale denominato Core-Tier 1 e fissato al 5%. Ebbene: su 90 banche Ue esaminate, 8 sono bocciate, cioè al di sotto di questa soglia, 16 sono in bilico (tra il 5 e il 6%). Tra i respinti, 5 sono istituti spagnoli, 2 greci e 1 austriaco. Le 5 banche italiane sotto esame sono state tutte promosse. Una sola di loro, il Banco Popolare, passa il test con la sufficienza, ovvero con un core tier1 del 5,7% che diventa 6,2 se si considerano altri speciali strumenti aggiuntivi. Perciò, «non è nella zona grigia», puntualizza Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d’Italia, tra i candidati alla successione di Mario Draghi per la carica di governatore. «Siamo soddisfatti. I risultati confermano che la capitalizzazione del sistema creditizio nazionale è adeguata. I test sono stati severi di quelli dello scorso anno». «Rigorosi e coerenti», secondo il presidente dell’Eba, Andrea Enria, secondo cui gli ultimi sviluppi sulla crisi del debito greco non mettono in discussione le basi e i risultati dell’esame.
Sia il vertice che i test sono notizie molto attese dai mercati. Si spera che dal summit tra i capi di stato e di governo, più volte annunciato e sempre rinviato, possano uscire soluzioni precise sulla crisi e sul rischio-contagio che nell’ultima settimana ha fatto tremare diversi paesi, Italia inclusa. Se lo augura anche il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, precisa: «Nell’agenda ci sono la stabilità finanziaria della zona euro e il programma di finanziamento della Grecia». Quanto ai test, la pubblicazione dei risultati contribuisce a fare chiarezza e dunque, nelle intenzioni, a tamponare la speculazione che negli ultimi giorni ha colpito proprio i bancari. Per dire quanto sono «sensibili» questi dati: prima della loro diffusione lo spread (differenziale di rendimento) tra i titoli italiani e il bund tedesco è risalito a 307 punti base. «Speriamo che l’esito degli stress test possa ridimensionare la pressione sulle banche italiane. Speriamo di averci dato un taglio con oggi», si augura Saccomanni.
Le 8 banche che hanno fallito l’esame, con un Core Tier 1 sotto il 5% sono: le spagnole Caja Mediterraneo, CatalunyaCaixa, Unnim, Cajatres e Banco Pastor; l’austriaca Volksbank; le greche Ate e Eurobank. A loro l’Eba ha chiesto di approntare piani di ricapitalizzazione. Tra le 16 in bilico, con un core tier 1 tra il 5 e il 6% vi sono: 7 istituti spagnoli, 2 greci, 2 portoghesi, 2 tedeschi, 1 cipriota, 1 slovena. A loro è stato chiesto di prendere misure per rafforzarsi. In caso di choc avrebbero bisogno di 2,5 miliardi di euro per riprendersi. Lo stesso Fondo monetario invita gli istituti europei usciti sconfitti dall’esame a rafforzare il proprio patrimonio, senza indugi.
In questa lista, secondo la classifica Eba, c’è anche il Banco Popolare con il suo core tier 1 del 5,7%. Ma la Banca d’Italia, in una conferenza stampa, diffonde una sua tabella in cui spiega come questa soglia si elevi al 6,2% se si considerano altri strumenti non compresi nella definizione di Core Tier 1, ma caratterizzati da elevata capacità di assorbire le perdite. Per questa stessa ragione si innalza il Core di tutte le banche nazionali e la stessa media del 7,3% (contro il 7,7% Ue) diventa 7,9 e si considerano appunto questi diversi «buffer», secondo il termine tecnico.
Anche Gran Bretagna e Francia passano l’esame, come pure le 12 banche tedesche: la tredicesima, la Helaba, si è rifiutata di fare il test. Promossi pure Portogallo e Irlanda. Ora la parola passa ai mercati che lunedi esprimeranno il loro «verdetto».
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