Stop dei Nas al banchetto dell’orso e la Lega s’accontenta di polenta e salsiccia
IMÈR (TRENTO) – I rifiuti di Napoli, i ministeri solo promessi alla Padania? Quisquilie. «Berlusconi deve andare a casa perché quattro ministri scelti da lui hanno rovinato la nostra festa. Ma come, adesso non possiamo nemmeno mangiare l’orso a casa nostra?». Erminio Boso, l’Obelix della Conca del Tesino, sembra un grizzly cui abbiano rubato un favo di miele. «Adesso chiamo Bossi e gli dico che se domani stesso non rompe l’alleanza con l'”amico” Silvio, io non sono più suo amico». Intorno, sotto il tendone bianco tirato su in un prato del Primiero, ci sono i leghisti che hanno fatto anche centinaia di chilometri per venire a mangiare l’orso Yoghi e hanno dovuto accontentarsi di polenta e salsiccia. «Niente orso? La colpa è di quello str… del presidente della Provincia, Lorenzo Dellai?». «No – risponde il presidente della Lega Nord Trentino, Alessandro Savoi – la colpa è di quell’imbecille del ministro alla Salute e di altri tre ministri, tutti nostri alleati».
Un giorno gli storici potranno valutare quando possano pesare, nel confronto politico italiano, cinquanta chili di braciole, cotolette e spezzatino di orso, comprati in Slovenia e pagati, Iva compresa, 40 euro al chilo. Oggi si può solo registrare una rabbia che potrebbe cuocere una grigliata. «Con tutti i ministri che abbiamo al governo, non possiamo accendere il fuoco sotto l’orso?». «Manca un foglio di un ufficio sloveno per l’esportazione di alimenti, e oggi gli uffici sono chiusi. E con tutti i problemi che ci sono in Italia, vengono a rompere i c. alla nostra piccola festa leghista?». I Nas (ministero Salute) e la Forestale (ministero Agricoltura) si presentano alle 9 del mattino, ma la speranza di grigliare Yoghi resiste per ore ed ore. I primi ad arrivare, già alle 11, controllano i prezzi. Pasta al ragù di cervo, 6,00 euro. Panino con carne d’orso, 4,00. Una braciola di maiale 3,50 ma se vuoi il «piatto completo, misto carni ai ferri con orso», si chiedono 18 euro. Alle 12,30 sui cartelli del menù vengono tirate righe nere che sembrano a lutto: i piatti con Yoghi sono stati cancellati.
«Tranquilli – dice il presidente Savoi – stiamo risolvendo ogni problema. Il Pdl sta giocando sporco ma noi siamo in regola: la carne è certificata e pagata. Proprio adesso io e il deputato Maurizio Fugatti abbiamo parlato con Roberto Calderoli che ci ha detto: andate avanti senza paura». «L’orso – aggiunge con finezza – ce lo mangiamo in… alla Brambilla». «Anche Roberto Maroni – annuncia Erminio Boso – si sta dando da fare. Vedrete che alle 16 potremo dare il via alle danze. Non possiamo accettare questo diktat assurdo. Questo non è fuoco amico, è fuoco imbecille. Non puoi sparare alla schiena di chi sta lavorando». Il deputato Maurizio Fugatti annusa però l’aria che arriva da Roma e precisa: «Con Calderoli abbiamo parlato ieri. Ci ha detto: andate avanti, ma solo se tutto è in regola».
Alle 14,30 il tenente colonnello Isidoro Furlan, comandante della Forestale di Vicenza, arriva con un Suv e si porta via sia l’orso cotto (lo spezzatino è stato preparato ieri da Emilio Festini che – segno del destino? – è vegetariano e seguace del Dalai Lama) che quello crudo, confezionato e surgelato in Slovenia il 21 ottobre dell’anno scorso. E così la grande abbuffata finisce prima di cominciare. Con grosso dispiacere soprattutto del senatore Sergio Divina, l’inventore della festa all’orso, che fino a ieri aveva una sola preoccupazione: «Cinquanta chili forse non basteranno a saziare le centinaia di fauci curiose, pronte ad assaporare l’amabile dolcezza di questa particolare selvaggina». L’orso è protetto, e per farlo tornare nei boschi trentini la Provincia spende centinaia di migliaia di euro. Cucinarlo come stufato (con alloro, aglio, ginepro, cipolla, carote, vino rosso) o alla griglia sarebbe stato, secondo la Lega trentina, «un simpatico patto di convivenza con il mondo naturale selvatico». Più sincero l’ex senatore Boso. «L’orso a me piace. L’ho mangiato a casa di amici, qui in Trentino. Era un orso di quelli che passano dalle nostre parti e ogni tanto spariscono. Questo plantigrado è un animale pericoloso. La Provincia li paga caro e loro fanno danni enormi. Il turismo qui è crollato dell’80%, la gente ha paura ad entrare nei boschi, c’è chi non va più nemmeno a funghi». Insomma, l’orso provoca e «io te magno», con l’Obelix della Conca del Tesino al posto di Alberto Sordi.
Nessuna protesta da parte di chi ha contestato la festa e ha vinto ancora prima che cominciasse. Solo alla sagra della Pro loco di Zortea, dieci chilometri da qui, come «contro- provocazione» hanno annunciato nel menù un’improbabile trippa di dromedario.
Il gruppo Alpen Foljes cerca di trattenere sotto il tendone i mancati mangiatori di Yoghi. «A dire la verità – dice Paola, una signora romana che abita a Padova – ero venuta a vedere le facce di chi ha il coraggio di mangiare un orso». Resta, per la Lega Nord Trentino, solo una bella notizia. «Con tutta la buona cacciagione che c’è in Trentino – ha dichiarato l’altro giorno il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai – perché comprare orso all’estero, magari per scoprire che è cammello?». L’orso Yoghi per fortuna si è salvato. E così anche i leghisti stanotte potranno dormire un sonno senza incubi. «Maria, ma tu sei sicura che fosse orso?».
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