Speculazione, le procure indagano per ora nessun reato per Moody’s e S&P

by Sergio Segio | 19 Luglio 2011 7:33

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ROMA – Dopo Trani, l’andamento della Borsa nelle ultime settimane finisce anche sulla scrivania dei magistrati di Roma. Nessuna ipotesi di reato, non ancora, nessun indagato, ma il procuratore aggiunto Nello Rossi, coordinatore del pool sui reati economici, vuole vederci chiaro sul caos del mercato delle ultime settimane. Lo vuole l’autorità  giudiziaria, lo vuole la Consob che, nei giorni scorsi, ha inviato alle procure di Roma e Milano (dove non si esclude possa essere aperto nei prossimi giorni un altro fascicolo), un dossier sui giorni neri della Borsa. Presto ancora per dire quale sarà  la direzione delle indagini, ma nel documento presentato dall’autorità  si parla di una serie di cause. Si fa un rapido accenno ai rating di Moody’s e a Standard & Poor’s e alle audizioni fatte a proposito dalla Consob. Ma il documento fa un passo in più. Parla di varie concause che avrebbero influito sui movimenti anomali e sul crollo dei mercati, tra cui alcuni ordini cospicui di vendita a cui ha fatto seguito una cascata di ordini automatici predeterminati di vendita al ribasso. Sarebbero questi due gli elementi che avrebbero giocato il ruolo principale nella crisi dei giorni scorsi. E forse non sono gli unici.
Un’inchiesta ancora al via (è stato aperta solo ieri) che ha, però, un dato certo: nel mirino dei magistrati romani, oltre che della Consob, tre giornate in particolare, le più critiche. Il 24 giugno, l’8 e l’11 luglio scorso.
Il fascicolo, che al momento è, per usare il linguaggio giuridico, di “atti relativi a”, ovvero senza ipotesi di reato e senza indagati, è solo “esplorativo”. Ci si limita ad osservare, dunque, a tenere sott’occhio il mercato. E non si esclude che nei prossimi giorni si possano delegare alcune indagini.
È un fatto, però, che a piazzale Clodio si è scettici rispetto all’inchiesta dei colleghi di Trani che procedono, sulla base di una denuncia presentata da Adusbef e Federconsumatori, per market abuse (manipolazione del mercato) e insider trading dopo le valutazioni negative sull’Italia e sulla manovra correttiva. Ipotesi di reato, quelle pugliesi, che non trovano riscontro nelle carte su cui lavora la capitale: al momento non c’è alcun elemento per sostenere che le agenzie di rating Moody’s e Standard and Poor’s abbiano deliberatamente diffuso notizie false per alterare il mercato. Almeno non a Roma.
Già  pochi giorni fa, la Procura di Roma si era espressa a favore del regolamento con cui la Consob (pur non attuando un vero e proprio blocco come fece invece in un altro momento di speculazione nel 2008) ha imposto un obbligo di trasparenza alle vendite allo scoperto. Una garanzia per la Borsa e una certezza per i magistrati: in caso di violazione di questa norma, infatti, si delinea il reato penale di ostacolo all’attività  di vigilanza. Che prevede, tra l’altro, una reclusione che arriva fino 4 anni. Fino a ieri solo ragionamenti astratti. Ora, fascicolo alla mano, una realtà , una certezza da cui partire.

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