Sono solidale o mi “comporto” solidalmente?

by Sergio Segio | 17 Luglio 2011 7:46

Loading

Questi due elementi dell’analisi possono aiutarci a comprendere perché i Gas stanno ottenendo, e ancor più potrebbero suscitare, un ampio consenso politico-culturale. Molti studiosi hanno documentato il crescente disagio verso un modello di produzione e consumo nel quale i beni posizionali sono centrali. Questa è una circostanza destinata a durare e che va colta sotto la superficie. Permettetemi di spiegarmi con due esempi, che descrivono la stessa logica anche se toccano altri temi. In una celebre ricerca che risale agli anni Trenta dello scorso secolo, Richard La Piere viaggiò lungo gli Stati Uniti in compagnia di due persone di origine cinese, per verificare quanti luoghi di ricettività  turistica avrebbero loro concesso o negato il servizio. Malgrado un forte pregiudizio anticinese tra la popolazione statunitense dell’epoca, soltanto in un caso su circa 250 furono sollevate delle difficoltà . Quando tuttavia, in seguito, La Piere inviò agli stessi albergatori e ristoratori un questionario, ottenne una metà  di risposte che, per il 90% circa, rifiutavano di accogliere cinesi. Tale risultato venne da lui interpretato nei termini della distinzione tra atteggiamenti e comportamenti.
Chiamiamo “atteggiamento” ciò che siamo disposti a fare di fronte ad un dato problema: esso esprime come opera l’identità  sociale che ci siamo costruiti. Denominiamo invece “comportamento” il singolo atto col quale rispondiamo effettivamente ad un dato problema. Secondo La Piere, l’indagine documenta che i comportamenti razzisti sono assai meno radicati e diffusi degli atteggiamenti razzisti. Quando si tratta di enunciare e difendere un pregiudizio, ciò accade con severa ed impermeabile coerenza. Quando si tratta di calarsi in concreti contesti d’interazione, può succedere che si compiano scelte in cui la “regola” viene continuamente soppiantata da “deroghe circostanziate”.
Il secondo esempio è breve ma molto evocativo: «Nel 1985, nel vecchio Sudafrica dell’apartheid, a Durban vi fu una dimostrazione. La polizia caricò i dimostranti con la consueta violenza. Un poliziotto inseguì una donna di colore, con l’ovvio proposito di colpirla con il manganello. La donna, correndo, perse una scarpa. Il poliziotto, brutale nelle sue funzioni, era anche un giovane afrikaner ben educato, cui era stato insegnato che se una donna perde una scarpa, bisogna chinarsi a raccoglierla. I loro sguardi si incontrarono mentre lui le restituiva la scarpa. Poi lui la lasciò andare, poiché colpirla non era più un’opzione accettabile». Gli atteggiamenti e i comportamenti sono spesso non allineati nei riguardi delle scelte che conferiscono senso alla persona, ossia nei riguardi delle scelte sui fini di lungo periodo, ossia nei riguardi delle scelte capaci di modificare l’identità . Il punto cruciale è che le scelte su come produrre e consumare hanno tali caratteristiche, non meno delle scelte sul razzismo!
Ecco dunque che il movimento dei Gas può svolgere, a partire da questa divaricazione, un’efficacissima battaglia politico-culturale. La massa dei consumatori, in termini di atteggiamenti, insegue beni che, in termini di comportamenti, non le danno adeguato benessere. Chi svela, come nella favola, che il Re è nudo, ottiene un’attenzione e una credibilità  molto elevate. Ottiene dunque una “voce” capace di cambiare pezzi importanti della sfera politica.
www.sbilanciamoci.org

Post Views: 174

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2011/07/sono-solidale-o-mi-qcomportoq-solidalmente/