Se venticinque anni sono pochi per diventare prof

by Sergio Segio | 14 Luglio 2011 6:41

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 L’assunzione di 30.482 insegnanti precari e di 36.488 personale Ata (per un totale di 66.970 persone) per il triennio scolastico 2011-2013 è stata salutata con sollievo dai partecipanti al tavolo convocato ieri a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta dov’erano presenti anche il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini e il ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta. Nel prossimo mese e mezzo, prima dell’apertura dell’anno scolastico, verranno avviate le procedure con l’Aran per l’emanazione dell’atto. «Ad invarianza di spesa, come è doveroso in un momento di crisi – ha detto Gelmini – siamo riusciti a dare una risposta forte al precariato. Questo risultato è frutto della collaborazione fra governo e sindacati a cui va il mio ringraziamento». «In un momento difficile come questo – le ha fatto eco il Segretario della Cisl Raffaele Bonanni – abbiamo dato la certezza di un posto di lavoro, dimostrando che il problema del precariato si può affrontare con soluzioni graduali e non con la demagogia». Di «svolta» per il mondo della scuola parla anche la Uil di Angeletti il quale auspica un trattamento simile per tutto il pubblico impiego «per impedire che i contratti a termine siano procrastinati oltre i tre anni». Più che altro un desiderio, visto che l’accordo di ieri non riguarda le migliaia di cause fatte dai precari che chiedono l’applicazione di questa norma europea. L’accordo riguarda solo «i lavoratori del comparto che da anni prestano il loro servizio nelle scuole» ha precisato Brunetta. Anche il Pd tira un sospiro di sollievo con la responsabile scuola Francesca Puglisi secondo la quale «si garantirà  almeno il turn-over dei pensionamenti». Più ponderato, invece, Domenico Pantaleo della Flc-Cgil per il quale la decisione è «un primo importante risultato» che tuttavia «non risolve il problema del precariato», che ammonta, stando alle liste provinciali ad esaurimento, a 250 mila docenti. «Questo è solo un primo passo rispetto ad un grave disagio in cui versa la scuola pubblica per effetto delle riduzioni di organico e dei tagli che penalizzano giovani e precari» ha ribadito il segretario Cgil Susanna Camusso.

Il Miur promette di assorbire il precariato nella scuola entro 7 o 8 anni. In realtà , assumendo 10 mila docenti e Ata all’anno, perché di questo si tratta, il precariato scomparirà  in 25 anni. Calcoli che Gelmini (per la quale il precariato «è stato causato da scelte politiche irresponsabili») preferisce non fare, confermando invece il numero chiuso (25 mila all’anno) nelle facoltà  che preparano all’insegnamento e l’allungamento da due a tre anni dell’aggiornamento delle graduatorie, misure già  annunciate nel Decreto Sviluppo e volte a bloccare l’accesso all’insegnamento. Poco, o nulla, è stato detto sul blocco del turn-over e i tagli delle cattedre. L’Unione Sindacale di Base, che giudica il piano triennale «la definitiva rovina della scuola», ha provato a fare qualche calcolo. Dal 2005 sono stati 275 mila i pensionamenti e 155 mila i posti tagliati, tutto questo mentre gli alunni aumentano alla media di 30 mila all’anno e si accorpano le classi per mancanza di docenti. «A fronte di 35mila pensionamenti nel 2011 – sostiene Fabio Giambrone dell’Idv – verranno assunti circa 20mila precari, con un saldo negativo di 15 mila unita». Questo è, al momento, il risultato di un’equazione che non ha soluzione.

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