San Raffaele, gli affari a Lugano con il faccendiere dei politici
LUGANO— Tanto per arrivare subito al sodo: a Lugano c’è una società , la Iuvans International, che da anni intratterrebbe ambigui rapporti d’affari con il San Raffaele attraverso il faccendiere Pierangelo (detto Piero) Daccò. Costui, molto attivo nel settore della sanità , avrebbe il ruolo di ufficiale di collegamento tra l’ospedale milanese e un gruppo di manager e politici della Regione Lombardia guidata dal governatore Roberto Formigoni.
Lo dicono al Corriere un fiduciario ticinese a conoscenza degli affari e fonti interne al San Raffaele molto vicine al fondatore don Luigi Verzé e al suo vice Mario Cal, suicidatosi una settimana fa. Secondo queste fonti l’ospedale milanese, in grave crisi e da pochi giorni preso in consegna dalla Santa Sede, aveva rapporti economici con Daccò solo in quanto «espressione» di un determinato ambiente politico in grado di influenzare i bilanci del gruppo. Tangenti o calunnie? Al Corriere non risultano atti d’inchiesta giudiziaria e nemmeno documenti cartacei.
Del resto la «ricevuta» non si usa in queste pratiche, spesso sofisticate, camuffate da consulenze o da prestazioni gonfiate. Sono tuttavia informazioni di prima mano, concordanti, raccolte presso chi ha visto all’opera Daccò. Le fonti affermano che «i vertici del San Raffaele quando trattavano con Daccò, cioè spessissimo, sapevano bene che lo svizzero era la longa manus degli uomini della Regione; solo questo era il motivo dei rapporti» . Insinuazioni? Possibile. Anche perché, lo ripetiamo, documenti che provino passaggi di denaro non ce ne sono. Qualcos’altro c’è però. Bisogna andare a Lugano, il paradiso del «nero» .
Qui ha l’ufficio la Iuvans International, indicata come controparte del San Raffaele in molte transazioni finanziarie. In realtà la Iuvans di Lugano è una succursale della Iuvans bv olandese. E già qui si ha un piccolo assaggio di quel labirinto di finanziarie estere che si dipana intorno al faccendiere Daccò, italiano ma residente a Londra, con ufficio in Svizzera (ma anni fa anche a Nazareth) e casa a Sant’Angelo Lodigiano (Lodi). Poco conosciuto, ex fornitore di servizi di lavanderia per il Fatebenefratelli, interessi in Cile, sembra essere il perno di un sistema d’affari nella sanità . La sua attività è piuttosto inafferrabile. In un articolo del Corriere della Sera del lontano 2001, dedicato alla Compagnia delle Opere, il braccio economico di Comunione e Liberazione (Cl), Daccò veniva descritto come «un amico di Cl che segue l’attività dell’Ordine del Fatebenefratelli» .
La Iuvans, la società svizzero-olandese a lui riconducibile, fa consulenza. Cioè tutto e niente. Oggi Daccò non compare più tra gli amministratori ma fino a due anni fa gestiva la succursale insieme al consulente fiscale ticinese Rudy Cereghetti e alla società Zenco Management di Rotterdam. Cereghetti? Un anno fa, nell’ambito di un’inchiesta a Massa Carrara sul fallimento di un immobiliarista, finì in carcere per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e bancarotta fraudolenta.
In Calabria, a Cosenza, gli è stata recentemente confermata in secondo grado una condanna a 6 anni per riciclaggio. Zenco Management, l’altro soggetto che amministrava la Iuvans di Daccò, la ritroviamo indicata in un documento della Sec (la Consob di Wall Street) come management company della Rocca &Partners Stichting. È la fondazione olandese al vertice del gruppo della famiglia Rocca, proprietaria, tra l’altro, di uno dei più importanti gruppi ospedalieri privati, l’Humanitas. Connessioni, relazioni che viaggiano sull’asse Milano-Lugano-Rotterdam. Daccò in mezzo. Ma c’è un’altra Iuvans, italiana, fallita nel 2003, che offriva servizi sanitari e che si porta dietro qualche segreto. Come un fascicolo giudiziario vuoto e per questo archiviato perché il curatore non avrebbe depositato le relazioni.
Prima del 2000 il proprietario della Iuvans srl era Claudio Cogorno, uomo di sanità e di Cl nonché membro del consiglio direttivo della Compagnia delle Opere. Cogorno è rimasto socio per anni di Iuvans insieme a Daccò e a Roberto Sega, un medico vicino a Formigoni. Poi, prima che la società fallisse, il gruppetto girò le partecipazioni a una finanziaria olandese, la Expertisebureau di Rotterdam (memorizzare il nome). Fine della Iuvans italiana. Nel frattempo partiva la Iuvans svizzero-olandese, quella delle presunte triangolazioni pericolose con il San Raffaele. Quando nacque, a Rotterdam, si chiamava Expertisebureau. Chissà se gli uomini di Cl sono ancora azionisti.
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