by Sergio Segio | 23 Luglio 2011 7:03
ROMA – Precari contro precari. Da una parte i romani, insegnanti della scuola primaria in attesa da anni di un posto fisso. Dall’altra i forestieri, praticamente tutti meridionali, che hanno chiesto il trasferimento a Roma in cerca di miglior fortuna. Nel mezzo, la graduatoria delle polemiche. I romani si sono ritrovati scavalcati in blocco da centinaia di precari del Sud, soprattutto casertani, che si sono inseriti con dei punteggi altissimi. «Forse troppo alti», sostiene maliziosamente qualcuno. E in attesa della sicura valanga di ricorsi all’ufficio scolastico provinciale, tre docenti di Roma hanno chiesto aiuto alla Lega Nord, al senatore Mario Pittoni, capogruppo del Carroccio in commissione Istruzione, «perché vogliamo vedere i titoli di tutti i candidati che ci hanno superato».
I fatti. Il 13 luglio a Roma è uscita la graduatoria provvisoria per la scuola primaria, l’elenco comune e quello degli insegnanti di sostegno. Quest’ultimo è praticamente raddoppiato. C’erano 836 nomi in lista nel 2010, sono diventati 1482 nella nuova, ingrassata da circa 640 trasferimenti in ingresso. A scioccare i precari romani è stato scoprire che le prime duecento posizioni erano occupate dagli esterni, la maggior parte provenienti dalla provincia di Caserta. Ma anche da Napoli, Frosinone, Salerno. Chi fino all’anno scorso era papabile per un posto di ruolo come insegnante di sostegno o per una supplenza, si è ritrovato scaraventato a metà classifica.
Sorte che è capitata anche a Valentina C., 26 anni, laurea con 110 e lode e tre master alle spalle. Dopo tre anni di supplenze, si è ritrovata in 474esima posizione, con poche speranze di lavorare il prossimo anno. E quando ha visto che tra i primi cinque della graduatoria c’era una precaria di Caserta di appena due anni più anziana, con il suo stesso profilo professionale (titoli culturali e di servizio) ma il doppio del punteggio, si è accorta che qualcosa non tornava. È lei che, insieme alle colleghe Anna M. e Valeria S., dopo alcuni giri andati a vuoto («ci siamo presentate alla Provincia, alla Regione e alla Cisl») è andata dal senatore leghista Pittoni, quello che aveva proposto un bonus di 40 punti, mai approvato, per chi non si sposta dalla provincia. Una proposta che doveva difendere – secondo l’ottica leghista – le cattedre del Nord dall’assalto dei meridionali in arrivo da regioni, come la Sicilia, dove i tagli alle cattedre sono stati pesantissimi.
Racconta Pittoni: «La questione dei superpunteggi è tutta da approfondire, perché in certe aree pare ne siano in possesso docenti giovani. I controlli sono scarsi, per non dire nulli. Gli insegnanti romani chiedono di essere agevolati nell’accesso ai fascicoli dei docenti trasferiti per verificarne i titoli e il ministero dell’Istruzione ha inoltrato una circolare in proposito. Inoltre vogliono garanzie sull’applicazione dell’articolo 9 comma 17 del decreto sviluppo (per attingere dalle liste dell’anno scolastico 2010/2011 per l’immissione in ruolo, ndr)».
L’arrivo dei precari del Sud non riguarda solo l’elenco del sostegno della scuola primaria. Ma questo settore è particolarmente appetibile perché ci sono più posti liberi rispetto alle medie o alle superiori. 21 mila docenti precari in tutto a Roma, di cui 5000 trasferimenti. Per la Cgil scuola «è una polemica strumentale. Chi ha dei dubbi sui punteggi – dicono – può fare ricorso all’ufficio scolastico, non ci sembra che su Roma ci siano particolari crisi». La sintesi più efficace arriva dal segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima: «Non so se le tre ragazze si sono presentate ai nostri uffici, ma di sicuro questa è una guerra tra poveri».
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