Rifiuti, via al decreto. No della Lega
ROMA — Sono bastati venti minuti appena in Consiglio dei ministri ieri pomeriggio per il via libera al decreto sui rifiuti di Napoli. Tutto il lavoro per trovare un accordo era già stato fatto prima. Un lavoro inutile, però: non c’è stato verso di ricomporre le posizioni nel governo e ottenere il voto favorevole della Lega.
Il premier Silvio Berlusconi ha allargato le braccia: «Mi dispiace, ma non ho potuto fare di più. Non ho il 51%e devo tener conto di tutte le forze politiche che fanno parte della maggioranza» . Il Carroccio non ha fatto sconti al presidente del Consiglio. E le posizioni più oltranziste sono state quelle dei governatori leghisti di Veneto, Luca Zaia, e Piemonte, Roberto Cota, che dei rifiuti di Napoli non ne vogliono proprio sapere. Alla fine ieri pomeriggio Umberto Bossi e i suoi ministri per questo decreto non hanno fatto «saltare le sedie» , come avevano minacciato nei giorni scorsi.
Ma Roberto Calderoli è stato molto deciso al tavolo del governo: «Non possono esistere realtà che pensano che siano gli altri a farsi carico dei loro rifiuti. Non è così che si risolvono i problemi, in Campania bisogna fare discariche e inceneritori, come fanno tutti» . Durante il Consiglio dei ministri Calderoli ha fatto mettere a verbale il no categorico della Lega a questo decreto sul quale il leader Bossi era stato laconico: «Il problema a Napoli lo abbiamo già risolto una volta. Basta» .
E Mara Carfagna, ministro campano per le Pari Opportunità , ha replicato: «La Lega sbaglia, non è con l’egoismo che si convincono gli amministratori a prendere decisioni giuste» .
L’atteggiamento del Carroccio non è piaciuto neanche a Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, che attacca: «Si conferma l’irresponsabilità della Lega. Vedremo come voterà in aula. Però l’opposizione non può giocare allo sfascio: noi il decreto lo voteremo» . Ecco quindi che per via del veto della Lega il decreto prevede che la regione Campania tratti singolarmente con ogni regione (preferibilmente limitrofa e confinante) il trasferimento dei propri rifiuti. Si è aggirato l’ostacolo che era stato imposto dal Tar del Lazio grazie a una deroga alle norme vigenti, con accordi bilaterali fra enti gestori dei rifiuti e quindi il nulla osta del presidente della Regione che deve accogliere i rifiuti.
Un decreto fortemente voluto dal ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo che avrà la durata di sei mesi (scade il 31 dicembre 2011): «Abbiamo confermato la massima attenzione per la situazione napoletana, mantenendo l’impegno a rimuovere gli ostacoli normativi e, in più, con questo provvedimento vengono rafforzati i poteri dei commissari nominati dalla Regione per l’individuazione dei siti di smaltimento» .
Il provvedimento ha avuto la bocciatura della conferenza delle Regioni, ma anche il parere negativo del sindaco di Napoli Luigi de Magistris: «È un decreto pilatesco e deludente» . De Magistris, tuttavia, nonostante la delusione ha sottolineato: «Continuo ad avere fiducia e rispetto per il ministro dell’Ambiente Prestigiacomo, per gli impegni presi con cui si possono fare significativi passi in avanti» . Duro e senza appello, invece, il giudizio di Vasco Errani (Pd), presidente della conferenza delle Regioni: «La proposta del governo non risolve nella sostanza il problema. Quello che serve in Campania è l’apertura di nuove discariche e dunque diventa necessario dare poteri speciali ai sindaci» .
Duro anche il giudizio di Roberto Formigoni (Pdl), governatore della Lombardia: «La proposta del governo non è capace di risolvere il problema. Bisogna aprire nuove discariche in Campania» . Non è migliore il parere di Stefano Caldoro (Pdl) che è il governatore proprio della Campania: «Il provvedimento immaginato dal Consiglio dei ministri non consente di superare concretamente le difficoltà di questi giorni. Non è sufficiente» . Critiche arrivano anche dall’opposizione, per bocca del deputato europeo del Pd Andrea Cozzolino: «Con questo finto decreto il governo ha fatto saltare la solidarietà nazionale» .
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