by Sergio Segio | 29 Luglio 2011 6:51
MILANO – I grandi soci di Rcs Mediagroup dicono no a Diego Della Valle e approvano la semestrale con perdite raddoppiate a 19,8 milioni. Circa un mese fa l’imprenditore marchigiano fondatore della Tod’s aveva manifestato l’intenzione di crescere nell’azionariato del gruppo editoriale, oltre quel 5,4% che è già “sindacato” e che va a formare il 63,5% che controlla il gruppo. E aveva anche avanzato l’idea che il patto nel suo complesso potesse scendere al 51%, liberando così azioni che avrebbero potuto essere compravendute sul mercato. Ma gli altri soci, ieri, si sono mostrati irremovibili nell’applicare alla lettera il regolamento del patto che vieta movimenti azionari al di fuori di esso per ciascuno dei suoi membri. E vincola le azioni degli aderenti allo stesso fino al marzo 2014. «Abbiamo esaminato i dati semestrali, nessun’altra proposta è stata presa in considerazione, tanto più che per qualsiasi modifica al patto di sindacato serve l’unanimità dei soci e se questa non c’è non si possono accettare richieste in tal senso. Lo prevedono le regole del patto che sono contenute in due paginette», ha detto una fonte qualificata all’agenzia Radiocor. E di fronte a un muro così compatto Della Valle si sarebbe mostrato molto contrariato tanto da abbandonare anzitempo la riunione. Capendo che il mandato affidato lo scorso giugno al presidente di Rcs, Piergaetano Marchetti, per effettuare quello che lui stesso aveva definito «una ricognizione della disciplina giuridica» sia stato solo un modo per prendere tempo. I più decisi nel respingere le proposte di Della Valle si sono mostrati il presidente del patto Giampiero Pesenti e il presidente di Mittel e Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli. Ma anche gli altri, a cominciare da Corrado Passera passando per Francesco Merloni, avevano informalmente manifestato le loro perplessità nel toccare gli accordi prima della scadenza. La più aperta a eventuali modifiche si era mostrata Mediobanca, forse anche perché Della Valle è un socio della merchant bank e aveva svolto un ruolo decisivo nell’espulsione di Cesare Geronzi dal vertice Generali.
E dopo una lunga giornata di riunioni (cda, patto e cda di Rcs Quotidiani), alla fine si sono approvati solo i risultati a fine giugno. La casa editrice ha segnato perdite nel semestre quasi raddoppiate a 19,5 milioni (9,8 milioni nello stesso periodo del 2010), con ricavi in lieve flessione (1.029,1 milioni, dai 1.045 milioni a perimetro omogeneo del 2010). L’indebitamento finanziario netto è sceso leggermente da inizio anno attestandosi a 967,6 milioni. Mentre gli interventi già approntati dal 2009 hanno intanto già superato ampiamente il target iniziale, con benefici raggiunti per 239 milioni di euro. Il management guidato da Antonello Perricone ha così deciso, a causa del permanere di «incertezze di mercato», di implementare «un’ulteriore e continua azione sui costi» che riguarderà sia Spagna che Italia e «comporterà ulteriori risparmi pari a circa 50 milioni» rispetto a quanto previsto nel piano triennale 2011-2013.
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