“Una famiglia su cinque spende più dei guadagni”

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ROMA – Una famiglia su cinque non arriva a fine mese. Assediati da bollette, tariffe e fisco, il 18,8% dei nuclei familiari italiani deve attingere ai risparmi, se li ha, chiedere prestiti agli amici, rinviare i pagamenti o indebitarsi con le banche. Perché le spese sono più dei guadagni e le alternative poche e rischiose.
Il rapporto Confcommercio-Censis tasta il polso al clima di fiducia e alle aspettative degli italiani nei primi sei mesi dell’anno. E rivela quello che, in realtà , abbiamo sotto gli occhi. La spesa familiare cresce, ma perché «incomprimibile» e necessaria: benzina e parcheggi, luce, gas e acqua, tasse, alimentari, mensa e altro per i figli, visite mediche e analisi. Il 53% delle famiglie ce la fa a coprire queste spese, ma dice addio al gruzzoletto in banca. Il 28,2% riesce perfino a mettere da parte qualcosa. Ma il resto, un nucleo su cinque appunto, è con l’acqua alla gola.
«Assediati da tariffe e bollette», li definisce l’indagine. «Non siamo in una fase di declino del potere di acquisto delle famiglie, né sull’orlo di una crisi del consumatore, ma molti dati spiegano perché i consumi in Italia sono da anni stagnanti», scrivono ancora gli autori del rapporto. «Il reddito reale non cresce, il potere di acquisto si va progressivamente erodendo, le spese fisse di servizi non commerciabili erodono la capacità  di spesa, la capacità  di risparmio si ridimensiona». A preoccupare è la percentuale di famiglie (un 15% di quelle che temono il fine mese) non in grado di pagare e costretta a rinviare le scadenze. «E’ forse quest’ultima quota quella da considerarsi più critica, ma si tratta, rispetto al totale dell’universo delle famiglie, di un segmento assai ridotto (2% sul totale del campione)».
Pur senza drammatizzare, «resta il fatto che una parte ampia del campione analizzato – ammette l’indagine Censis – mostra una limitata capacità  di spesa e risparmio, un segnale che non va sottovalutato e che se non va letto affatto come la prova di impoverimento, va tuttavia inteso come una diffusa fragilità  economica delle famiglie».
Fragilità  che comporterà  la «gelatina» dei consumi anche nelle intenzioni di spesa per la seconda parte dell’anno. «C’è un 10% costante di famiglie che ristruttura la casa», illustra Giuseppe Roma, direttore generale del Censis. «Ma per gli acquisti di elettrodomestici, autovetture e mobili per la casa le previsioni sono in calo». E se «2,5 milioni di famiglie dicono di aver intaccato» i risparmi, nel prossimo semestre le previsioni sono nere. La manovra, poi, non aiuta. «Il taglio delle agevolazioni fiscali e il prevedibile aumento complessivo delle tasse avranno un ulteriore effetto depressivo su crescita e consumi», avverte il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. 


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