“Spiati anche Gordon Brown e i reali”
LONDRA – Molto più di una mela marcia, troppo marcia persino per un giornale scandalistico. Piuttosto un sistema fraudolento, diffuso e tollerato, per ottenere informazioni riservate da sbattere in prima pagina. Rupert Murdoch è passato ieri al contrattacco a Londra per acquisire il controllo totale della piattaforma BSkyB, ma nuove rivelazioni gettano discredito sui giornali di sua proprietà e il governo trova il modo per rimandare la decisione sul via all’operazione. Non è bastato a Murdoch chiudere il News of the World, al centro dello scandalo delle intercettazioni illegali, per placare il susseguirsi di rivelazioni sui metodi in uso alla News International, la sua società editrice del Times, un tempo emblema del rigore del giornalismo britannico, e del Sun.
Secondo la Bbc, un giornalista del Sunday Times, domenicale del Times cui lavora un gruppo di redattori diverso dal quotidiano, si spacciò al telefono per l’ex premier Gordon Brown e riuscì a ottenere informazioni su una transizione finanziaria fatta dall’esponente laburista. I fatti risalgono al 2000, quando il Sunday Times pubblicò i particolari dell’acquisto dei Brown di una casa, accusandoli di averla pagata meno del prezzo di mercato. Secondo i particolari emersi ieri, i dettagli sull’operazione sarebbero stati ottenuti da un uomo, pagato dal giornale, che chiamò la banca Abbey National e gli avvocati che gestivano la transazione fingendosi l’allora ministro delle Finanze che ieri ha detto di essere «scioccato» da queste rivelazioni. Nello stesso modo qualcuno del Sun nel 2006 (e la direttrice era Rebekah Brooks) avrebbe chiamato strutture sanitarie per conoscere particolari sulle cartelle cliniche di membri della famiglia Brown e rivelato poi che il loro figlio appena nato Fraser soffre di fibrosi cistica. Non solo. Il cellulare dell’ex premier venne spiato per 10 anni da varie testate di News International.
Nel giorno in cui il vice premier Nick Clegg ha ricevuto le vittime comuni delle intercettazioni del News of the World si è appreso di più sulla rete di corruzione cui si affidava il domenicale per i suoi scoop. News International ha infatti ammesso che il tabloid aveva pagato un funzionario di Buckingham Palace per ottenere i numeri di telefono di dieci membri della famiglia reale, tra i quali Carlo e Camilla, e ascoltare le loro segreterie telefoniche. Man mano che siti e televisioni svelavano ieri pomeriggio nuovi particolari, alla Camera il ministro della Cultura, Jeremy Hunt, era sotto il fuoco di fila dei deputati, non soltanto dell’opposizione, che gli chiedevano di fermare Murdoch e fare piena luce sullo scandalo. Non c’era il premier David Cameron, che ha però parlato in una conferenza stampa chiedendo a Murdoch di fermarsi. «Penso che la società di Murdoch dovrebbe sistemare il guaio in cui si trova – ha osservato Cameron – anziché pensare a una prossima mossa societaria». Proprio il contrario di quel che ha fatto il magnate australiano ritirando l’offerta conciliatoria di procedere allo scorporo di SkyNews, il canale all-news del gruppo, avanzata per ottenere il via libera all’acquisto di BSkyB. Ma la mossa dello “squalo” ha offerto una scappatoia dilatoria al governo, che ha così potuto decidere di rinviare tutto il dossier alla commissione sulla concorrenza. Dell’acquisizione di BSkyB si parlerà tra alcuni mesi, ma la bufera sui giornali di Murdoch non si placherà .
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