by Sergio Segio | 4 Luglio 2011 6:22
ROMA – Paolo Gentiloni, ex ministro delle Comunicazioni, teme addirittura che oggi sia peggio di ieri. «Dalle intercettazioni si capisce che allora la struttura Delta in parte dominava il campo e in parte sudava, combatteva per imporre lo schema di Raiset. Negli ultimi due anni la Rai ha invece cancellato ogni forma di autonomia dalla politica e da Mediaset». Il consigliere del cda di Viale Mazzini Nino Rizzo Nervo vede «tutti gli elementi» per arrivare a una causa di risarcimento danni contro i dirigenti Rai infedeli. «All’epoca denunciai la commistione tra la nostra azienda e la concorrente del presidente del Consiglio. Molti risero, ma le conversazioni emerse dall’inchiesta Hdc mi danno ragione. Oggi mi piacerebbe capire come una sorta di associazione segreta si sia potuta sciogliere 6 anni dopo. Le nuove rivelazioni sulla P4 e la presenza in Rai di tanti dirigenti intercettati nel 2005 mi fanno pensare che sia ancora attiva».
Nel 2005 Roberto Natale, oggi presidente della Federazione nazionale giornalisti, era il segretario dell’Usigrai il sindacato dei cronisti della tv di Stato. E non ha certo dimenticato quel periodo. «Emerge dalle telefonate uno scandaloso tradimento dei propri doveri aziendali. L’Usigrai fa benissimo a minacciare un’azione di responsabilità civile verso quei dirigenti che si sono macchiati di questo clamoroso caso di infedeltà ». Rizzo Nervo non esagera quando parla di associazione segreta nient’affatto in sonno: «Le intercettazioni di Bisignani sinora conosciute confermano che la Rai ha continuato a essere eterodiretta nell’interesse di Berlusconi». Ecco perché materiale del 2005 conserva la sua attualità . «Molte delle persone coinvolte nell’inchiesta Hdc – osserva Natale – sono ancora dentro l’azienda. E aspirano a incarichi di grande prestigio. Da Lorenza Lei mi attendo che non voglio avallare certe promozione e che dia un netto segnale di discontinuità ». Oggi, sottolinea Gentiloni, «Rai e Mediaset hanno persino trovato una giustificazione al loro interesse comune: la guerra al nemico satellite. Ma l’identificazione assoluta tra due aziende concorrenti mette a rischio la distinzione tra i piani industriali. Con un evidente svantaggio per la Rai».
Quello che viene fuori dall’inchiesta di Repubblica è per Natale la conferma della validità delle intercettazioni. «Uno strumento che non va colpito e tantomeno cancellato come vorrebbero alcuni – dice -. Anche laddove non ci fossero risvolti penali, le intercettazioni svelano malcostumi politici e veri comportamenti contrari all’etica pubblica». La pensa così Felice Belisario, capogruppo dell’Italia dei valori al Senato: «Con l’ascolto delle telefonate è stata scoperta una struttura oscura all’interno della tv pubblica». Una scoperta «inquietante»: «Eravamo certi del controllo di Berlusconi sul servizio pubblico. Scoprire, però, una struttura organizzata, con ruoli ripartiti a tavolino, che trama con estrema meticolosità per indirizzare l’informazione, supera la fantasia». E alle fine della filiera ci sono soprattutto gli abbonati. «Le inchieste e la pubblicazione in questi giorni delle intercettazioni del 2005 tra altissimi dirigenti Rai sono sconvolgenti», dicono in coro Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti di Adsbef e Federconsumatori. In difesa dei telespettatori le associazioni dei consumatori «non possono che denunciare strenuamente questa appropriazione fraudolenta del servizio pubblico». E annunciare «che metteremo in campo ogni azione di carattere legale, individuale o collettiva (class action) perché chi ha operato per danneggiare un servizio pubblico del Paese, sia chiamato a risponderne risarcendo i cittadini colpiti da queste gravissime operazioni».
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