“Giovani, studenti e anziani sbagliato penalizzare i deboli”

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CITTA’ DEL VATICANO – «Ancora una volta famiglie, giovani, studenti e anziani sono stati sacrificati da una manovra economica che non sembra preoccuparsi delle fasce sociali più deboli». E’ netta la bocciatura per la Finanziaria che arriva da monsignor Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina, presidente della Commissione episcopale per il laicato e Assistente nazionale dell’Azione Cattolica italiana. In sintonia con le analoghe critiche espresse dall’associazionismo cattolico (Acli, Aci, Focolarini, Forum delle associazioni familiari, Settimane Sociali…) e da Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, Sigalini non nasconde la sua «preoccupazione per l’indifferenza finora dimostrata dai responsabili della Cosa Pubblica per le politiche familiari e giovanili», senza tuttavia dimenticare «l’attuale momento di crisi internazionale che grava anche sul nostro Paese».
Monsignor Domenico Sigalini, associazionismo cattolico e gerarchie ecclesiali si dicono delusi e preoccupati da questa nuova manovra economica. Perché?
«Anche io sono deluso e preoccupato; come lo sono milioni di italiani costretti a sopportare i pesi di una manovra che non dà  respiro ai più deboli con tagli indiscriminati che vanno a colpire famiglie e ceti sociali più bisognosi di attenzione, come i giovani, gli studenti, ma anche anziani ed ammalati. Per questo non posso che condividere le riserve già  espresse dal quotidiano cattolico Avvenire e dal laicato cattolico, perché qui si sta mettendo a rischio il futuro dell’Italia».
Questa volta la manovra è stata varata rapidamente per salvaguardare l’Italia dagli attacchi speculativi internazionali, le sembra una svolta?
«Mi ha fatto piacere che questa volta, maggioranza ed opposizione, abbiano trovato l’accordo per portare a termine un risultato utile per Paese. Ma ora occorre guardare avanti e pensare ad una programmazione che abbia al centro dell’interesse il vero rilancio della famiglia. Se non si va in questa direzione, non si va da nessuna parte e i problemi saranno destinati a crescere inevitabilmente».
Non teme che nei confronti della famiglia ci possa essere una sorta di pregiudizio ideologico da parte di determinate forze politiche non in linea con gli insegnamenti della Chiesa?
«Non credo a questi pregiudizi. Il senso della famiglia è nel Dna di ogni persona. Temo, piuttosto che sulla famiglia sia più comodo predisporre tagli indiscriminati e limitazioni solo per una forma di apparente comodità . Colpire la famiglia, in fondo, è facile, ma si dimentica che così facendo si mette in pericolo la crescita della società , perché se non cresce la famiglia, non cresce nessuno».
In concreto, di cosa ha bisogno la famiglia italiana?
«Di tante cose. Prima di tutto di minor peso fiscale. Da anni si parla di tagli alle tasse, ma non si è fatto mai nulla. Poi non vedo perché non si debba tener conto delle esigenze delle famiglie più numerose. Si parla tanto di quoziente familiare, ma all’atto pratico tutto resta fermo. Vanno poi aiutati i giovani a trovare lavoro, ma anche gli studenti, la scuola e quindi la cultura in generale, perché senza cultura si perde la memoria e la spinta ad andare avanti con lo studio, la ricerca scientifica. C’è tanto da fare. Ma ora è arrivato il tempo di muoversi con tempestività  e serietà ».


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