“Famiglie troppo colpite, intervenite”

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ROMA – I cattolici all’attacco della manovra. La scomunica ufficiale è arrivata ieri con un editoriale sulla prima pagina dell’Avvenire: «L’abbiamo ingoiata senza fare troppe storie – scrive il giornale della Cei – . Questa manovra economica è stata necessitata prima ancora che necessaria. L’attacco speculativo era stato troppo grave, la situazione troppo instabile e incerta. Il risultato complessivo più che distribuire in maniera equa i pesi del rigore necessario continua a caricare sulle famiglie e sui ceti medio-bassi l’onere del risanamento, toccando solo marginalmente i ceti alti e certe corporazioni». E nell’editoriale non mancano le critiche ai mancati tagli ai costi della politica. Il giorno prima il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, aveva detto: «La famiglia deve essere difesa a tutti i costi perché è la base della società  civile». E inevitabilmente le sue parole erano sembrate un richiamo al Parlamento.
Ma l’attacco dei cattolici alla Finanziaria era partito già  nei giorni precedenti: il governatore Roberto Formigoni ieri ha spiegato che in Lombardia si stanno verificando «le compatibilità  di bilancio» per abbassare il ticket da 10 euro sulle visite specialistiche. Anche a RepubblicaTv Formigoni qualche giorno fa era stato molto critico, spiegando che «vengono chiesti alle Regioni sacrifici assolutamente sproporzionati. Contano per il 20 per cento nella spesa pubblica, e i tagli insistono per circa il 50, con nove miliardi abbondanti, soprattutto nel comparto sanità . Serve un riequilibrio: i ministeri già  l’anno scorso hanno pagato pochissimo». Poi le critiche erano arrivate dalle Acli – «scandaloso l’accanimento sulle famiglie e il disinteresse per i poveri che emerge da questa manovra economica» aveva detto il presidente Andrea Olivero – e dalla Caritas che, attraverso il vicedirettore Francesco Marsico, aveva chiesto di «mettere in sicurezza almeno le famiglie con situazioni di povertà  assoluta».
Ieri qualche cattolico Pdl ha provato a difendere la manovra: per Osvaldo Napoli «quello delle famiglie è un problema di cui dobbiamo farci carico, al di là  delle necessità  del momento che ci vengono riconosciute da tutti. Con maggiore calma una riflessione sul quoziente famigliare è necessaria». Napoli però non concorda sulle critiche ai mancati tagli ai costi della politica: «La discussione sconta un eccesso di qualunquismo che ora rischia di diventare persino noioso. Nessuno parla mai degli stipendi dei magistrati o di quelli di altre categorie. La politica ha già  tagliato moltissimo e che oggi l’Italia ha il minor costo complessivo per parlamentare rispetto ai grandi Paesi europei. In Francia un parlamentare costa 5-6mila euro in più che in Italia». Un membro del governo come Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Famiglia, cerca una mediazione tra l’editoriale di Avvenire e la linea dell’esecutivo: «Se le cose restassero così sarebbero inaccettabili. Non si può trattare allo stesso modo chi deve mantenere due, tre, quattro figli e chi non ne mantiene nessuno. Ma tutto va visto nella prospettiva dell’approvazione della delega e della riforma fiscale. Il giudizio va dato su quello». Giovanardi confessa di non aver avuto «modo di leggere la manovra nel dettaglio e vedo che i grandi quotidiani hanno riportato dati totalmente inesatti, equivocando sui grandi numeri. Ma c’è un dato che balza agli occhi: se queste misure che entreranno in vigore nei prossimi anni verranno compensate dalla riforma fiscale, dalla delega che ridisegna il fisco con la possibilità  di introdurre il fattore famiglia, ci sarà  un riequilibrio del sistema a favore delle famiglie».


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